Nella Svizzera italiana l'incremento sfiora il 20%, ma spiccano il +113% di Friburgo e il +31% di Lucerna
LUGANO - Sensibile crescita dei fallimenti aziendali in Svizzera: nel primo semestre le ditte che hanno dovuto chiudere per insolvenza sono state 2822, il 22% in più dello stesso periodo dell'anno scorso.
Stando ai dati pubblicati oggi dalla società di informazioni economiche Dun & Bradstreet (D&B) il Ticino è sostanzialmente nella media (+19% a 176), mentre i Grigioni mettono a referto un calo (-18% a 33). Tenendo conto solo dei cantoni con numeri di una certa consistenza spiccano il +113% di Friburgo e il +31% di Lucerna. Anche i tre principali poli elvetici - Zurigo (+17%), Ginevra (+28%) e Basilea Città (+17%) - mostrano forti aumenti.
A livello settoriale le insolvenze sono state più numerose nei settori della costruzione (+21% a 581), dei servizi (+21% a 472), del commercio (+28% a 407) nonché della ristorazione e del comparto alberghiero (+30% a 352). Gli unici segmenti che mostrano un calo sono quelli degli immobili (-7% a 63) e del tempo libero nonché dei divertimenti (-25% a 15).
Ai fallimenti per incapacità a far fronte ai pagamenti vanno poi aggiunti quelli per lacune nell'organizzazione (articolo 731b del Codice delle obbligazioni): il numero complessivo sale così 4113 (+6%) a livello svizzero, a 325 in Ticino (-11%) e a 77 nei Grigioni (-42%).
Se diverse aziende devono abbassare le saracinesche, non poche al contrario aprono i battenti: le nuove iscrizioni al registro di commercio nella Confederazione sono state 24'387 nel periodo gennaio-giugno, valore comunque in flessione del 4% su base annua. Il Ticino (-3% a 1122) si muove in linea con il resto del paese, mentre maggiore dinamismo viene mostrato dai Grigioni (+14% a 583).