Chieste informazioni territoriali sullo studio dell’Università di Zurigo sugli abusi sessuali nella Chiesa
LOCARNO - Le richieste che Sinistra Unita presenta al Comune sul tema religioso partono da un contesto sociale mutato. Una realtà nella quale «in Svizzera quasi un terzo delle persone (dati Ustat) non si riconosce in nessuna appartenenza religiosa. Nei dati più recenti (2021) un quarto (25,6%) della popolazione residente in Ticino con più di 15 anni non si riconosceva in nessuna appartenenza religiosa. Per avere un confronto sull’evoluzione, nel 2000 erano unicamente un 7,6% quelli appartenenti a tale categoria».
Numeri dai quali deriva però una precisa constatazione ovvero come nel «nostro Comune, così come in altre realtà del nostro Cantone, si versa tuttora un contributo di culto che si appoggia su Convenzioni ormai datate e non più consone con una realtà sociale e storica estremamente mutata e che grava equamente su tutti i cittadini, credenti o meno che siano».
Da qui le richieste:
Ma non si ferma qui l’interrogazione che vede come primo firmatario Gianfranco Cavalli.
«È nota, inoltre, la recente situazione venuta alla luce attraverso lo studio preliminare dell’Università di Zurigo riguardo agli abusi sessuali avvenuti all’interno della Chiesa cattolica in Svizzera. Tale studio mette in risalto una situazione preoccupante per quanto riguarda il Canton Ticino, con situazioni poco chiare e poco documentate per possibili colpe e/o negligenze da parte delle Parrocchie nel verificare le segnalazioni di abuso ricevute e nell’archiviazione dei dati e dei verbali interni».
Viste le constatazioni fatte dallo studio citato, viene chiesto: