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CANTONELa sicurezza inizia dal "look"

03.04.24 - 06:30
Aumentano gli incidenti in moto. La Polizia: «L'abbigliamento deve essere integro, indossato correttamente e della giusta taglia»
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Fonte red
La sicurezza inizia dal "look"
Aumentano gli incidenti in moto. La Polizia: «L'abbigliamento deve essere integro, indossato correttamente e della giusta taglia»

LUGANO - A essere centauri, di questi tempi, c'è quasi da aver paura. Almeno stando alle cifre dello scorso anno che riportano, solo in Ticino, ben 488 incidenti sulle due ruote (465 nel 2022; 430 nel 2021), di cui 255 (261, 241) con conseguenze fisiche per chi era in sella.

Oltre a rispettare le indicazioni di base riportate dal progetto di prevenzione "Strade sicure", cosa si potrebbe fare dunque per migliorare una statistica non delle più felici? Lo abbiamo chiesto a Patrick Cruchon, addetto alla prevenzione della Polizia cantonale.

Non sarebbe il caso di attuare misure più severe a livello di sensibilizzazione o nel processo di conseguimento della patente?
«È bene precisare che i criteri relativi all’ottenimento della licenza di condurre non sono di competenza della Polizia, come pure le procedure a essi legate. Gli sforzi che il progetto "Strade sicure", come pure progetti di prevenzione analoghi promossi dai partner della sicurezza stradale, sono costanti nel tempo e importanti. In termini generali, il numero di incidenti è notevolmente diminuito nell’ultimo ventennio. È vero però che gli incidenti totali in Ticino sulle due ruote nel 2023 sono leggermente aumentati e quindi questo è un ulteriore segnale che è necessario continuare a lavorare intensamente sia a livello di prevenzione sia a livello di controlli mirati.».

Non sarebbe il caso di rendere obbligatori dei corsi periodici in modo tale da verificare costantemente le abilità del conducente?
«Sono diversi i corsi di perfezionamento che sono offerti dalle varie scuole guida e che sono un elemento fondamentale per mantenere un buon livello di aggiornamento tecnico e di abilità alla guida. Sebbene questi siano facoltativi, alcuni di essi sono in parte sovvenzionati dal progetto di Prevenzione Strade sicure a riprova dell’importanza che viene attribuita a questo tipo di offerta».

Non pensa che sarebbe meglio rendere obbligatorio un equipaggiamento che sia recente e non logoro, quindi non più in grado di garantire una sufficiente sicurezza?
«Stabilire ciò che deve essere reso obbligatorio spetta alla politica. A noi il compito di fare rispettare le regole e di far comprendere il rischio di determinati comportamenti. Anche se non è obbligatorio, l’equipaggiamento consigliato comprende casco integrale, giacca e guanti da moto, pantaloni lunghi resistenti all’abrasione, calzature adatte e protezione per la schiena. Materiale che deve essere mantenuto in efficienza, indossato correttamente e della giusta taglia per viaggiare in sicurezza. Tutto ciò verrà evidenziato anche nella campagna “La sicurezza ti dona” che sarà rilanciata nelle prossime settimane».

C'è poi l'automobilista. Non sarebbe il caso di offrire qualche corso di sensibilizzazione, anche a fronte dell'importante diffusione delle biciclette elettriche o monopattini elettrici?
«Anche in questo senso, il programma "Strade sicure" ha affrontato il tema tramite una campagna specifica che prosegue da anni, ponendo enfasi sull'importanza della prudenza, del rispetto e della visibilità in relazione alla mobilità lenta e ai nuovi mezzi di circolazione. Questi concetti sono fondamentali per garantire la coesione tra tutti gli utenti della strada».

Quali sono i punti più pericolosi, dove avete notato che avvengono maggiormente incidenti?
«I centri abitati, per la conformità delle strade, le intersezioni, i semafori e le precedenze. Ad esempio, in autostrada, tali situazioni non si presentano. In quest'ultimo caso è la velocità che può risultare pericolosa, ma la maggior parte degli incidenti continua ad avvenire nei centri urbani».

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