Portare lo spazio sulla Terra per vivere in città più a misura uomo: l'istituto ticinese School of Disruption organizza un workshop sul tema
LUGANO - Una visione. Un'utopia. Quella di vivere sulla Terra, come se si fosse nello spazio. Sì, perché dall'infinito si può imparare. E nello spazio infinito si possono trovare soluzioni ai problemi che abbiamo qui sulla Terra. Come quello del collasso climatico.
È con questa visione (tutt'altro che irrealizzabile) che la School of Disruption, piattaforma ibrida svizzera dedita alle esperienze di formazione su temi dirompenti con sede a Lugano, organizza settimana prossima - per la precisione dal 15 al 19 luglio - "Designing for Two Worlds", il suo terzo workshop internazionale di Space Architecture & Design a Milano. «Saranno cinque giorni di fuoco - promettono gli organizzatori - che avranno come obiettivo quello di progettare il design del futuro terrestre, ispirandosi alla ricerca e alle tecnologie dello spazio».
Le stelle dello spazio - E tra i nomi forti presenti la prossima settimana nella metropoli lombarda troviamo pezzi da novanta nel campo dell'industria spaziale. Tra le stelle più brillanti impossibile non citare Barbara Imhof, pioniera della Space Architecture, che ha consolidato la sua esperienza pluridecennale presso il NASA Johnson Space Center di Houston e René Waclavicek. Accanto a loro trovano spazio Advenit Makaya, advanced manufacturing engineer all’European Space Agency; Daniel Schubert, Deputy Head of Department all’German Aerospace Center, Miranda Fateri, professor of mechanical engineering and materials science all’Aalen University, Brent Sherwood former senior vice president di Blue Origin, Maria Antonietta Perino, Director of International Network Opportunities a Thales Alenia Space; Adolfo Suarez, partner and director at L22 Retail di Lombardini22, e Carlotta Zucchini, founder di The Plan.
Insomma l'evento di Milano è di assoluto rilievo che dà l'opportunità di lavorare al fianco di contractors di NASA, direttori di progetto in ESA e Professori Universitari, abbinando ricerca, esplorazione e interdisciplinarità. «Guardiamo allo Spazio per le sue opportunità di trasferimento tecnologico e di conoscenze», sottolinea il fondatore e direttore di School of Disruption Igor Ciminelli. «Il workshop è l’espressione più decisa della nostra missione: favorire l’innovazione e l’atto creativo, attraverso la contaminazione di skills, background e culture, dando voce a una nuova generazione di Space Workers. Anche quest’anno, abbiamo scelto una splendida venue a Milano e un panel di indiscusso rilievo».
Il formato - Anche quest'anno la trentina di partecipanti selezionati (provenienti da 15 differenti paesi), sarà impegnata in lezioni frontali mattutine, cui seguiranno laboratori di pratica nel pomeriggio, per finire con una competizione tra team di progetto. «Al termine, uno solo, tra i progetti elaborati, sarà decretato vincitore da una commissione di elezione, ricevendo l’ambito premio sponsorizzato da LEGO», concludono gli organizzatori.