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A Berlino ha mandato il traffico in tilt: ora sta per travolgere Locarno Al Film Festival arriva il "mostro sacro" indiano Shah Rukh Khan. Un colpaccio per il direttore artistico Giona A. Nazzaro. Il video.
LOCARNO - Shah Rukh Khan. Un nome che sembra una formula magica. È quello della star di Bollywood che nel weekend sbarcherà al Locarno Film Festival. Un "mostro sacro" del cinema indiano che sui social e nel mondo reale ha un seguito enorme: circa 3,5 miliardi i suoi supporter certificati. Il direttore artistico Giona A. Nazzaro si sfrega le mani. «Avere Shah Rukh Khan a Locarno è un sogno – spiega in un video realizzato da tio.ch –. Un sogno anche personale. Tempo fa avevo visto un suo film a Venezia e sono immediatamente stato rapito dal suo fascino».
Quella di Shah Rukh Khan, classe 1965, è una carriera che ormai copre diversi decenni.
«Sì. In cui ha realizzato almeno un centinaio di film. Nel segno di un successo crescente».
Ma chi è veramente Shah Rukh Khan?
«È un personaggio che inizia il suo percorso con quel fascino adolescenziale che ad esempio nel cinema italiano si associa ai primi film di Gianni Morandi, Adriano Celentano, Little Tony. Ti vengono in mente il giovanotto di bell'aspetto o la storia d'amore impossibile. La sua col tempo è diventata non solo una fama locale legata a qualcosa di specifico. Shah Rukh Khan è il più grande attore del cinema indiano ed è amatissimo da tutte le comunità indiane in tutto il mondo».
Al pubblico di massa europeo a prima vista il suo nome potrebbe dire poco. Poi si va su internet e si scopre che è una vera star.
«Dire che Shah Rukh Khan non è un nome di massa è una contraddizione. Quando molti anni fa si presentò al Festival di Berlino, il traffico andrò in tilt. Alcuni colleghi di Berlino in questi giorni mi hanno chiamato e ironicamente mi hanno detto "in bocca al lupo per Locarno"».
Per le vie di Locarno circolano già diversi fan di Shah Rukh Khan.
«Arriverà anche un fan club svizzero, è uno dei più attivi e strutturati al mondo. Sapete perché Shah Rukh Khan è così amato? Non è uno che esibisce il suo potere di divo o la sua ricchezza. Non è arrogante. Ha un'umiltà profonda intrecciata al suo enorme talento. E così la gente lo riconosce come una persona vicina, "alla Bruce Lee". Come "uno di noi". Un po' come accade per i grandi eroi del cinema popolare».
L'attore sarà premiato col Pardo alla carriera sabato sera in Piazza Grande, dove sarà proiettato un suo film, l'iconico Devdas. Domenica invece ci sarà un incontro col pubblico.
«Dopo avere annunciato il suo nome, i nostri social hanno rischiato di andare in tilt. Abbiamo avuto un numero spropositato di contatti. I telefoni sono rimasti occupati per diverse ore di seguito. A un certo punto abbiamo deciso di non rispondere più. Tutti volevano un biglietto, un posto. È stato incredibile».
Shah Rukh Khan rappresenta un cinema, quello indiano, che è molto interessato alla Svizzera come set cinematografico. L'attore in questo è stato un precursore.
«Noi spesso pensiamo che siano gli altri Paesi a essere esotici. A volte ci dimentichiamo che siamo noi esotici agli occhi degli altri. Tanto tempo fa proprio in Svizzera Shah Rukh Khan ha girato un film che è tra quelli di maggior successo di tutti i tempi in India. C'è un cinema a Mumbai che ancora oggi proietta questa pellicola in maniera continuata, tre volte al giorno da oltre 20 anni».
