L'uomo rischia fino a sei anni di reclusione.
VARESE - Sei anni di reclusione per indebita percezione del sussidio. È la pena che rischia un varesino accusato di percepire il reddito di cittadinanza (Rdc) nonostante, è la tesi dell'accusa, fosse titolare di un’impresa edile in Ticino.
Le indagini - La notizia è riportata da La Prealpina. Il 57enne è finito in tribunale ieri, mercoledì 23 ottobre, davanti alla giudice Rossana Basile. Stando alla ricostruzione fornita in aula dal finanziere che ha eseguito le indagini, a marzo di cinque anni fa l’uomo presentò domanda all’Inps per ottenere il Rdc, dichiarando di non essere occupato e di risiedere a Varese.
Lavorava in Ticino - Entrambe le dichiarazioni, secondo i controlli effettuati dalle Fiamme gialle, sarebbero risultate false. Il 57enne, infatti, avrebbe avuto il reale domicilio lontano dalla città Giardino (la Gdf presume fosse addirittura in Svizzera). Per quanto riguarda il lavoro, l’uomo fino al 2020 è stato titolare di una società che si occupava di lavori edili. Facendo due conti, l’accusato ha percepito (in maniera indebita, secondo la Procura) 500 euro mensili per 24 mesi. Un totale di circa 12’000 euro. La sentenza è prevista per il 19 marzo 2025.
Il precedente nel Comasco - Un caso analogo emerse un anno fa, nel Comasco, dopo una serie di controlli effettuati dal Comando provinciale di Como della Guardia di Finanza. Furono individuati 11 soggetti, residenti nei comuni dell'alto lago della provincia lariana, che, tra il 2021 e il 2023, hanno percepito il reddito di cittadinanza pur in assenza dei necessari requisiti di legge. Due di questi sono risultati lavoratori dipendenti. Il primo è quello già citato, impiegato come frontaliere in Svizzera. L'altro lavora invece in Francia.