I pericoli della grotta Pertusio alle sorgenti del Brenno spiegati dagli esperti dopo il tragico incidente dello scorso weekend.
OLIVONE - «Se lì dentro qualcosa va storto sei spacciato», così lo speleologo Stefan Koch spiegava nel 2022 al presidente dell’Associazione Via Francisca i pericoli della grotta Pertusio alle sorgenti del Brenno (Val di Blenio).
«Diceva che in caso di complicazioni non c’è via d’uscita». Koch dal 2020 al 2022 ha contribuito all'esplorazione della grotta. I suoi video su Youtube mostrano l'interno della cavità e le difficoltà di passaggio. «È un tipo di sommersione molto delicato, ci vuole molta esperienza».
Rischi che si sono concretizzati durante lo scorso fine settimana. Uno speleosub ha perso la vita sabato, 2 novembre, proprio nella grotta studiata e documentata da Koch. Le dinamiche dell'incidente sono ancora poco chiare (è stata aperta un’inchiesta da parte della Polizia cantonale), si tratta però, secondo gli esperti, di uno dei passaggi più pericolosi della Svizzera.
Una difficoltà che contribuisce ad alimentare il fascino del luogo, attualmente sono stati esplorati solo 400 metri di percorso, ma che impone anche un’ottima preparazione e alza inevitabilmente il livello dei rischi.
«La grotta della sorgente di Brenno è nota per i suoi passaggi stretti e la sua profondità di oltre 40 metri», ci ha spiegato Anna Nizzola, presidente della Commissione consultiva “Acque sicure”. «Eppure, è una grotta piuttosto estesa in termini di sviluppo orizzontale, con molte gallerie, cunicoli e passaggi che si snodano per una lunghezza complessiva di circa un chilometro». Insomma la struttura della grotta è complessa, con diverse ramificazioni, perdersi è facile.
Chi si immerge in queste acque conosce i pericoli. «Per immergersi nella Grotta delle Sorgenti del Brenno è richiesta una preparazione adeguata e specifica», conferma Nizzola «Gli ambienti sotterranei, specialmente quelli caratterizzati da passaggi stretti e correnti d’acqua richiedono una preparazione avanzata».
Attualmente la salma dell’uomo, identificata dai soccorritori domenica, non è stata ancora recuperata. Un’operazione che si sta rivelando delicata, complice il diametro esiguo dei passaggi, la conformazione della caverna oltre alla scarsa visibilità dell'acqua. «Una volta all'interno, i soccorritori devono nuotare attraverso passaggi angusti e gallerie, seguendo percorsi complessi. La scarsa visibilità e le condizioni di umidità rendono la progressione lenta e difficoltosa».
Nel corso dell'intera giornata di ieri hanno preso avvio e si sono sviluppate le operazioni per il recupero del corpo (la cui identificazione formale non è stata ancora possibile). Le stesse - particolarmente complesse e tecnicamente impegnative - richiederanno diversi giorni e numerose immersioni da parte di sub esperti. Per ragioni di sicurezza e legate all'inchiesta, l'accesso alla grotta è stato vietato.