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Sette maratone in sette giorni? «Si può fare»

CANTONESette maratone in sette giorni? «Si può fare»

16.12.24 - 06:30
Alessandro Maraniello ha testato l'impresa che dovrà ripetere, tra un mese e mezzo, in giro per il mondo. «Bilancio molto, molto positivo»
MARATHONIELLO
Con Fulvio Massini.
Con Fulvio Massini.
Sette maratone in sette giorni? «Si può fare»
Alessandro Maraniello ha testato l'impresa che dovrà ripetere, tra un mese e mezzo, in giro per il mondo. «Bilancio molto, molto positivo»

LUGANO - Manca circa un mese e mezzo alla grande sfida che attende Alessandro Maraniello: correre sette maratone in sette giorni, in sette continenti diversi, nel contesto della World Marathon Challenge. Il percorso di avvicinamento verso il momento culminante del progetto Marathoniello è passato attraverso uno dei momenti più importanti: la prima simulazione sul campo dello sforzo complessivo che l'atleta ticinese dovrà compiere dal 31 gennaio al 6 febbraio 2025.

Dettare il tempo - Maraniello ha corso la prima come pacer ufficiale della maratona di Firenze, che si è tenuta domenica 24 novembre. «Il pacer è un riferimento per quelli che vogliono concludere la maratona in un certo orario. Avevamo dei palloncini con il tempo, quattro ore e 30 minuti. Ci hanno fatto (a me e agli altri cinque) un sacco di domande e, verso la fine, abbiamo dovuto spronare chi stava esaurendo le energie». Avere un riferimento è importante per molti runner, specialmente in una fascia di tempo, come quella delle 4h30, che «è quella della maggior parte dei partecipanti».

Con il "piede alzato" - Per Maraniello, atleta di maggiore esperienza, quella tempistica è nettamente inferiore alle possibilità. «È stata una scelta del coach Fulvio Massini, correre la prima maratona a una velocità molto lenta». Un dettaglio funzionale all'impresa in giro per il mondo: "alzare il piede" dall'acceleratore diventa decisivo per acquisire un ritmo costante, anche se non abituale, che possa aiutare nel completare tutte e sette le maratone.

Le giornate toscane - Dal 25 novembre, e per le cinque successive giornate, Maraniello ha corso le altre maratone - sempre nel capoluogo toscano. L'orario di partenza è stato costante alle 8 del mattino, salvo la quinta nella quale il via è stato posticipato alle 15. In questo modo è stata testata una condizione di recupero inferiore in vista del successivo start, impostato il mattino successivo. Il percorso è stato in parte cittadino, sul Lungarno, poi nel contesto verde del Parco delle Cascine.

La routine quotidiana, in un'impresa così probante, non può essere lasciata al caso. Ogni giorno prevedeva la sveglia intorno alle 5 per fare colazione e per inserire correttamente il "carburante" nell'organismo. Quindi partenza alle 8 e arrivo intorno a mezzogiorno o poco dopo. «Da lì qualche allungo e poi il pranzo». Nel pomeriggio, quando possibile, ghiaccio e massaggi. Per tre mezze giornate Maraniello si è spostato a Empoli per completare una serie di esami di routine sotto stress dal professor Fabrizio Angelini, fondatore della Società Italiana Nutrizione dello Sport e Benessere. Sono stati effettuati esami del sangue, Dexa, Tac di controllo articolazioni e così via.

È stata più dura mentalmente o fisicamente? «Mentalmente, salvo l'ultima che è arrivata dopo aver corso la precedente nel pomeriggio. Ho sperimentato quelle che potranno essere le difficoltà di recupero ed è stato importante avere delle risposte dal mio fisico». Tutti i giorni, in realtà, «sono volati» anche a causa degli spostamenti per i test - dai quali è giunto il conforto di dati tutti positivi.

Non ci si prepara da soli - Data la complessità della prova da affrontare, ma anche dello stesso percorso di avvicinamento, Maraniello è supportato da uno staff di specialisti. «Non ci si può improvvisare. Non vorrei che, per spirito di emulazione, qualche pensi che sia normale sottoporre il proprio corpo a questo tipo di stress, anche mentale». A Firenze è stata fondamentale la supervisione di coach Massini. «Mi ha organizzato gli allenamenti: le durate delle sedute, le velocità, la frequenza, eccetera».

Al di là dell'esperimento fiorentino, il runner ticinese si sta preparando per questa impresa da quasi un anno. Durante il quale ha corso circa 3800 chilometri, 600 dei quali nel solo mese di novembre. Con carichi del genere, spalmati sui 12 mesi, è stato indispensabile ricorrere all'assistenza di professionisti locali. Il primo è Alessandro Prini, running coach di Lugano insieme al quale, oltre al lavoro outdoor, è stato compiuto un programma di forza e mobilità articolare specifici per la corsa, al fine di prevenire gli infortuni e programmare i carichi per essere al top della forza nel periodo competitivo. «In questa fase stiamo lavorando sulla salvaguardia di quello che abbiamo costruito».

C'è poi la cura del corpo e del corretto recupero, fondamentale per portare al termine le sette maratone richiesta dalla World Marathon Challenge. «Mi sottopongo con regolarità a massaggi oppure a sedute di fisioterapia presso FisioKinetic a Melide, per aiutare il mio corpo a reagire e recuperare nel giusto modo». Un altro specialista presente nel progetto è Sergio Migliorini, un luminare della medicina sportiva.

Il bilancio complessivo «è molto, molto positivo. Come tutte le sfide impegnative, quando vanno bene ti danno una grande forza».

Chiunque volesse sostenere la Fondazione Amilcare tramite il progetto Marathoniello può donare una somma una tantum oppure per chilometro.

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