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Mamma e papà si lasciano. «Vi spiego come dirlo»

Comunicare ai propri figli la separazione può essere complicato. Le indicazioni dell'esperta
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Mamma e papà si lasciano. «Vi spiego come dirlo»
Comunicare ai propri figli la separazione può essere complicato. Le indicazioni dell'esperta

LOCARNO - Quando una relazione tra due genitori finisce, forse uno degli aspetti più difficili da affrontare è proprio quello di doverlo comunicare ai propri figli. Lo sa bene Elisabetta Canepa, mediatrice familiare e direttrice dei Consultori coppia e famiglia di Mendrisio e Locarno.

Negli anni sono tante le coppie che si sono rivolte a lei, e ai suoi colleghi, in cerca di aiuto. «Uno dei timori più grandi che hanno è proprio quello di dover spiegare ai propri figli cosa sta accadendo: non sanno come dirglielo e temono le loro reazioni», spiega.

C'è un modo giusto per comunicare loro una notizia del genere?
«Innanzitutto è fondamentale rivolgersi a loro attraverso una comunicazione adeguata, usando le parole più adatte in un contesto rassicurante. Allo stesso tempo è importante anche restare in ascolto delle loro emozioni e dei loro bisogni, lasciandogli lo spazio per esprimersi».

Perché è così difficile comunicare?
«Quando si verificano eventi significativi all'interno della famiglia, come può essere la separazione dei genitori, vengono ad alterarsi equilibri che poi devono essere ritrovati». 

Come fare quindi?
«Malgrado non esista la ricetta perfetta, ci sono degli strumenti che si possono utilizzare. Non si può generalizzare, poiché ogni figlio ha risorse e caratteristiche proprie. È comunque importante che una decisione come quella della separazione venga comunicata da entrambi i genitori, rassicurando i figli e spiegando loro che non hanno colpa, che per loro ci saranno sempre anche se non vivranno più tutti insieme. D'altra parte, quando i genitori hanno un rapporto molto conflittuale, ci sono difficoltà ancora più importanti da affrontare».

Cosa accade in questo caso?
«Presi dal loro conflitto, spesso i genitori fanno fatica a vedere i bisogni dei figli, proiettando su di loro i propri sentimenti e le proprie emozioni. Per esempio, se è il papà che decide per la separazione, la situazione può tradursi in “papà ci ha abbandonato”. È un errore. Uno strumento utile può essere quello di vedere il figlio come “altro”, ossia come qualcuno di diverso da sé, con sentimenti e bisogni diversi. I figli hanno il diritto di essere tutelati dalla separazione dei genitori e devono sentirsi autorizzati a poter continuare a voler bene sia alla mamma che al papà».

I figli cosa comprendono della separazione?
«Per loro la coppia genitoriale esisterà sempre. Si preoccuperanno sempre del benessere dei genitori. Quindi se loro stanno bene, sono più sereni. I figli devono poter continuare a essere figli senza preoccuparsi eccessivamente per i propri genitori. Per questo è importante che i genitori siano in grado di gestire ed elaborare le proprie emozioni».

In che modo?
«Innanzitutto la notizia la si deve dare in due. E più i genitori riescono a comunicare in modo funzionale tra di loro, più riusciranno a gestire la situazione, nonché le proprie emozioni».

Nella sua esperienza di mediatrice familiare si è trovata a dover gestire situazioni di incomunicabilità?
«Nel nostro consultorio capita di accompagnare la coppia verso “una buona separazione”. Li si aiuta a raggiungere un accordo, affrontando argomenti che altrimenti da soli non riuscirebbero ad affrontare, o perché litigano, o perché non riescono a comunicare nel modo corretto».

Che cosa porta al deterioramento della coppia? 
«Ci sono troppi fattori che entrano in gioco in una relazione per poter rispondere esaustivamente. In alcuni casi può essere dovuto a un malfunzionamento della comunicazione, elemento alla base di ogni rapporto. Vi possono essere aspettative mai espresse e mai soddisfatte. Spesso ci si aspetta che l’altro ci arrivi da solo, ma non è così. È importante che ogni persona si responsabilizzi e impari a comunicare apertamente i propri bisogni. Ogni coppia poi ha la sua dinamica. Ci sono quelle che addirittura non si sono mai dette nulla e quelle che arrivano a esprimersi solo con toni di rabbia e accusatori. Questo di certo non favorisce una buona comunicazione, perché una persona che si sfoga in preda alla rabbia, non verrà mai ascoltata».

Come funziona una seduta di mediazione?
«Cerchiamo di ricucire una comunicazione che di fatto non è mai esistita o che in quel momento risulta difficile. Si fa da “interpreti” per rendere più comprensibile quello che l’altro intende comunicare. Il mediatore fa emergere i bisogni sottostanti, di modo che le due parti possano ascoltarsi reciprocamente e trovare delle soluzioni condivise. Gli incontri di mediazione possono quindi anche essere utili affinché le persone acquisiscano degli strumenti per poter comunicare in modo più efficace e nel rispetto reciproco».

Un ciclo di incontri a Locarno
A Locarno, allo Spazio Elle, in Piazza G. Pedrazzioni 12, si svolgeranno una serie di incontri formativi, nell'ambito del progetto "E ora come glielo diciamo?" nato per supportare genitori, educatori e figure di riferimento nell’educazione e formazione dei minori.

Il programma:
Martedì 1 aprile 2025 – ore 20:00
“Ascolto e sostegno ai bambini e ragazzi durante la separazione o il divorzio dei genitori”
Relatrice: Anna Maggetti Jolidon – Psicologa e psicoterapeuta FSP

Giovedì 17 aprile 2025 – ore 20:00
“Comunicare il nuovo assetto familiare: famiglie ricostituite, ricomposte e allargate”
Relatrice: Irina Amberg-Ammann – Psicologa e psicoterapeuta FSP

Giovedì 22 maggio 2025 – ore 20:00
“Parlare e ascoltare i bambini e i ragazzi durante il lutto, le malattie e gli incidenti”
Relatrice: Gabriella Bianchi Micheli – Psicologa e psicoterapeuta FSP, membro del Comitato dell’Associazione Centro Studi Coppia e Famiglia

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