Aperta un'inchiesta nei confronti del gerente del locale.
L'accusa: contravvenzione alla Legge federale sulla lotta contro le malattie trasmissibili dell'essere umano
NOVAZZANO - Sembra che qualcosa, nel contact tracing, non sia andato per il verso giusto. Per questa ragione il Ministero pubblico ha aperto un'inchiesta nei confronti del gerente del discopub Montezuma di Novazzano.
Lo scorso 28 agosto - come riferisce La Regione - nel locale era stata constatata la presenza di 3 persone (saranno poi sette in totale i contagiati riconducibili a quell'episodio) positive al coronavirus.
Tramite l'elenco degli avventori, l’Ufficio del medico cantonale aveva «provveduto a notificare ai medesimi via sms di porsi immediatamente in quarantena, in attesa di venir contattati, come da prassi, dal team di contact tracing».
E sempre stando all'elenco gli avventori, quella sera, avrebbero dovuto essere cento i presenti. E così doveva essere anche secondo le prescrizioni cantonali. Dagli accertamenti effettuati nei giorni a seguire, tuttavia, è sorto il dubbio che fossero di più.
Un sospetto maturato anche dall'Ufficio del medico cantonale che ha, nel frattempo, invitato la magistratura a fare maggiore chiarezza.
I successivi accertamenti hanno portato all'apertura dell'inchiesta. Nei confronti del gerente, la procura ha avanzato l'ipotesi di reato di Contravvenzione alla Legge federale sulla lotta contro le malattie trasmissibili dell'essere umano.
«Gli approfondimenti - sottolinea il Ministero pubblico - si concentrano sul numero esatto di avventori e sulle modalità relative alla corretta verifica dell’identità delle persone».
Il gerente del Montezuma, intanto, conferma la correttezza dei dati forniti alle autorità.