È l'interpellanza presentata dal gruppo Verdi- Fa- Mps- Pop.
BELLINZONA - Nei giorni scorsi, il Consiglio federale ha stabilito che la crescita demografica ticinese, prevista nei prossimi 15 anni, non giustifica l'estensione delle zone edificabili. Per questa ragione, i municipi dovranno rivederle e, all'occorrenza, ridurle in occasione della revisione della pianificazione locale.
Il Cf ha constatato che, al momento di presentare il Piano direttore 2018, il Cantone aveva ipotizzato uno scenario demografico corretto all'epoca, ma nel frattempo diventato obsoleto.
Prendendo spunto da questa decisione, il gruppo Verdi- Fa- Mps- Pop del consiglio comunale di Bellinzona ha presentato un'interpellanza al Municipio. Il Cf ha modificato le previsioni d'incremento demografico formulate nel modello territoriale cantonale, passando da 46mila a 30mila abitanti tra il 2020 e il 2040», scrivono Ronald David, Giulia Petralli, Lorenza Giorla, Giuseppe Sergi Angelica Lepori e Matteo Pronzini. «E - continuano i consiglieri - da 66mila a 39mila abitanti tra il 2020 e il 2050. L’incremento di posti di lavoro invece è stato ridotto da 39mila a 17mila nel periodo dal 2020 al 2040. Mentre nel periodo tra il 2020 e il 2050 si prevede un incremento di 24mila posti».
Gli interpellanti chiedono al Municipio quali sono le ripercussioni «sulla pianificazione comunale». Chiedono, inoltre, se non si ritiene necessario «procedere a una revisione in base ai nuovi riferimenti imposti dalla Confederazione» e, in caso, «con quali modalità s'intende procedere». E ancora: «A che punto stanno i lavori pianificatori per l’allestimento di un piano regolatore unificato? Cosa è stato fatto e cosa vi è ancora da fare? Nel Pac non si è voluto definire le modalità di ripartizione e compensazione degli indici di sfruttamento, ma si è detto che sarebbe stato un lavoro da svolgere in seguito. Ci può dire il Municipio a che punto sta tale lavoro? In via subordinata, quali conseguenze possono avere le nuove condizioni poste dalla Confederazione sulla definizione delle modalità di ripartizione e compensazione degli indici edificatori?»