La Croce Rossa Svizzera rompe il silenzio dopo le critiche: «Gli attacchi ingiustificati fomentano dinamiche disfunzionali»
CADRO - Sul recente suicidio del ventenne afgano, ospite del centro per richiedenti l'asilo di Cadro, La Croce Rossa Svizzera, Sezione Sottoceneri, decide di rompere il silenzio. «Fino ad oggi non siamo entrati nel dettaglio di questa vicenda, la prima all’interno dei suoi centri, e questo a tutela della famiglia e della persona che purtroppo ha perso la vita lo scorso 11 luglio», viene sottolineato in un comunicato giunto in mattinata.
La decisione di esprimersi arriva in seguito ai «continui attacchi da parte di alcune persone, così come la continua eco mediatica», che per la Croce Rossa avrebbero generato «l’effetto che si voleva evitare, cioè quello del rischio di emulazione». «La vicenda e quanto affermato contro l’operato di CRSS, in particolare dall’avvocato Iglio Rezzonico (la quale continua ad interagire in modo assai opaco con i richiedenti asilo ospiti dei centri di CRSS), hanno fatto sì che divenisse appunto effettivo e preoccupante questo rischio», incalza la Croce Rossa.
Da qui, dunque, la decisione di fare chiarezza sul proprio operato prima di quell'11 luglio, data in cui il giovane ha deciso di togliersi la vita. «CRSS ha preso a carico il ragazzo rapidamente, con empatia e professionalità (non è stato affatto lasciato da solo, senza alcun sostegno, isolato) cercando di sostenerlo in ogni modo, con l’attivazione di una rete medica, di una rete sociale e di una rete psicologica - viene spiegato -. La sua grande difficoltà ad aderire a tutte le forme di aiuto messe in campo non ha fatto mai desistere CRSS né con lui né, peraltro, con nessun ospite dei centri che abbia manifestato disagio».
CRSS non intende quindi tornare sul caso specifico, trovando l’accanimento attuale «non rispettoso della sua memoria e neppure della famiglia, provata da un lutto che viene amplificato dall’eco mediatica e da qualche strumentalizzazione di troppo». Per quanto concerne le critiche mosse, invece conferma «ci sono strutture che mancano e misure supplementari che possono essere attivate. Facciamo tutto quanto possibile con le risorse disponibili, con competenza, umanità e soprattutto grande passione. Siamo convinti che sia importante portare avanti miglioramenti nella presa a carico dei richiedenti l’asilo, ma va fatto con un dialogo costruttivo, svolto ai tavoli competenti».
«Gli attacchi ingiustificati - si conclude - fomentano dinamiche disfunzionali all’interno dei centri. Le persone, assai vulnerabili, che quotidianamente vengono prese a carico dal personale Croce Rossa rischiano di perdere la fiducia di fronte a una narrazione contraria ai fatti e spesso interessata. È inveritiero quanto indicato a proposito di dati e di cifre, e sono del tutto infondate le accuse di una presa a carico insufficiente».