L'esito dei test genetici conferma l'origine dell'aggressione - mortale per sei pecore - avvenuta a ottobre
SAN FEDELE INTELVI - Il lupo questa volta c'è. A un passo dal confine. E ha sbranato 6 pecore, ferendone altre due, lo scorso mese di ottobre. Ovini appartenenti a un'azienda di San Fedele, in Valle d’Intelvi. Lo riferisce La Provincia di Como.
Chi conosce l'Intelvese sa che questi luoghi, immersi nel verde, "guardano" sia sul lago di Lugano (Campione) che su quello di Como (Argegno) e distano solo pochi chilometri dalla Val Mara, ad esempio da Arogno, primo comune dopo il confine.
La conferma che sia il lupo il responsabile arriva dall'analisi genetica fatta su campioni salivari da parte della Polizia provinciale, che li aveva prelevati dalle carcasse. L'agguato avvenne all'interno di un recinto in località Passeggeri. Località assolutamente non isolata - cosa che ha destato preoccupazione - ma che dista solo poche centinaia di metri dal centro abitato.
Immediatamente dopo l'aggressione, che avvenne all'alba, il comandante della Polizia provinciale Marco Testa aveva fatto capire fin da subito che la tipologia dell'aggressione - ad esempio le pecore furono morsicate al collo - lasciavano presagire che si potesse trattare del lupo e in particolare di un solo esemplare.
Ora c'è la conferma.
Non come avvenne invece all’Alpe di Ossuccio, in Tremezzina, ramo comasco del Lario. Quando un pastore - la sera del 22 maggio scorso - riferì di essersi «trovato circondato da tre lupi» e di averlo ferito a una gamba. Ecco, allora lo stesso test scagionò il lupo da ogni responsabilità. E si stabilì che ad aggredire il giovane furono dei cani, probabilmente selvatici.