Piccole imprese strangolate dall'affitto. Il PPD chiede un intervento pubblico
BELLINZONA - Commercianti, ristoratori, negozianti con l'acqua alla gola. Il coronavirus ha messo il cappio alle piccole imprese in Ticino. E se a coprire i salari ci ha pensato - in parte - l'indennità da lavoro ridotto, ora resta l'incubo dell'affitto.
Per questo il PPD ha presentato un'interrogazione, chiedendo al Consiglio di Stato di intervenire nel tira e molla in corso tra padroni di casa e inquilini commerciali, in favore di questi ultimi.
Diversi enti pubblici hanno già dato l'esempio: «La città di Lugano ha rinunciato a percepire le pigioni sui propri stabili» sottolineano i deputati Giorgio Fonio, Fiorenzo Dadò e Maddalena Ermotti-Lepori. Annullare la pigione, però, non è la soluzione secondo i firmatari. «Anche i padroni di casa devono sostenere delle spese».
La soluzione arriva forse dal canton Vaud, dove i piccoli negozianti per decisione del governo cantonale pagheranno solo un quarto dell'affitto fino alla fine di giugno. Il Cantone interverrà con un contributo pari al 25 per cento della pigione.
In Ticino, la SVIT si è espressa positivamente alla «costituzione di un ambito di discussione in cui valutare passi concreti a salvaguardia dell’economia ticinese» sottolinea l'interrogazione. Che chiede quindi al Consiglio di Stato di prendere una posizione.
Le domande al governo:
- Intende promuovere una mediazione tra proprietari e rappresentanti delle associazioni economiche maggiormente toccate dalla crisi dovuta al Covid-19?
- In caso di risposta affermativa, il Consiglio di Stato intende sostenere il raggiungimento di un accordo partecipando al finanziamento dell’eventuale sconto concesso dei proprietari?