«La lotta al dumping è fallita. Ora basta cercare un capro espiatorio». Le accuse dell'MPS
Tutta colpa di scelte economiche sbagliate. La notizia pubblicata ieri che il Ticino ha i salari più bassi della Svizzera, non lascia indifferente l'MPS che oggi accusa chi ci governa e chi ci ha governato negli ultimi anni, accusandoli di "scelte politiche deleterie" per quanto riguarda lo sviluppo economico, scelte che "hanno ulteriormente peggiorato la situazione". Uno dei punti critici espressi dal Movimento per il socialismo è il fatto che "a furia di attirare imprese con sgravi fiscali senza mai imporre criteri qualitativi, ci ritroviamo con un’economia sempre più dipendente dalla manodopera a basso costo e basata sullo sfruttamento sempre più intensivo del lavoro".
E non ha senso trovare un capro espiatorio e tirare fuori la pandemia ( "il salario mediano era già calato nel 2018, prima che il Covid facesse la sua apparizione") e l'ennesimo tasto dolente della formazione scadente in Ticino (" chi ha studiato in un’università o un politecnico ha visto il salario mediano calare di oltre 1'200 franchi dal 2000. Con questi salari altro che attirare i giovani ticinesi, i “talenti”, a ritornare in Ticino").
Critiche vengono espresse anche nei confronti della lotta al dumping, lotta che si è rivelata un fallimento totale per l'MPS che così spiega: «Dal 2016, anno in cui è stato approvato il controprogetto all’iniziativa Basta dumping il salario mediano nel nostro cantone è calato. Le misure allora promesse si sono rivelate per quello che erano: solo un mezzo per sconfiggere l’iniziativa che, invece, voleva introdurre misure di controllo del mercato del lavoro; misure senza le quali è impossibile cercare di combattere il dumping salariale».
Da qui la richiesta di attivare al più presto in Parlamento la discussione sulla nuova iniziativa popolare depositata dall’MPS più di due anni fa “Rispetto per i diritti di chi lavora! Combattiamo il dumping salariale e sociale!” in modo che la stessa venga quanto prima sottoposta a votazione popolare.