Amalia Mirante: «la mia nuova formazione va a colmare un vuoto nella politica ticinese».
GIUBIASCO - È stato il suo giorno, quello della rivincita, anche se Amalia Mirante non ama parlare del passato, seppur recente. Lo capisci appena le chiedi cosa differenzierà il partito che ha fondato da quello che ha lasciato.
«Non mi piacciono i paragoni, questa nuova, nuova in tutto, formazione politica non è una costola della precedente e va a colmare un vuoto nella politica ticinese, dove manca una rappresentanza social-democratica in grado di tornare fra la gente».
La gente, topos usato spesso in politica, anche dai movimenti popolari di sinistra cui si è rimproverato a volte di esserlo poco: con Avanti - per dirla alla Nanni Moretti - quale sarà l'idea più di sinistra che vi farà convergere?
«Al centro il popolo» non esita un secondo a rispondere, per poi calare l'altro tema caro alla sinistra: «E soprattutto il lavoro. Portare il tema del lavoro al primo posto, riconoscergli priorità, far capire che ci vuole collaborazione tra Stato e aziende. Il popolo ticinese vuole delle risposte e delle rassicurazioni sul tema del lavoro, risposte e rassicurazioni che sin qui non sono arrivate dalla politica cantonale».
Ci tiene a far presente che il suo sarà «un partito senza gerarchie, che andrà e starà in mezzo alla gente, fisicamente e virtualmente sfruttando le risorse della comunicazione che il web ci offre», mutuando anche la sua esperienza social. «Vede, quello che io faccio è rendere digeribile l'economia anche a chi di economia è indigesto. La stessa cosa faremo grazie ad Avanti con la politica».
Politica da cui «non mi sono più sentita rappresentata, nei contenuti e nei metodi». E pensa, ma senza patemi d'animo rivolti alle percentuali, già alle prossime elezioni cantonali. «A questa nuova creatura va dato il tempo di crescere - dice - non ci poniamo adesso il problema dei punti percentuali. Vedremo cosa accadrà. Adesso dobbiamo pensare solo a fare bene il nostro lavoro e voltare pagina a una certa politica».