Il caso del pianista Alexander Romanovsky estromesso dall'esibizione con l'Osi al centro di un'interpellanza al Consiglio di Stato
CHIASSO - «Il pianista Alexander Romanovsky, di origine ucraina, si sarebbe dovuto esibire a Chiasso giovedì scorso in qualità di solista con l’Orchestra della Svizzera Italiana (OSI) in un concerto organizzato al Cinema Teatro. All’ultimo momento però l’artista sarebbe stato sostituito. Un avvicendamento che sta facendo discutere poiché dietro a questa decisione c’entra la guerra in Ucraina».
È un passaggio dell'interpellanza al Consiglio di Stato depositata dai deputati del Partito Comunista Massimiliano Ay e Lea Ferrari e relativa alla decisione dell'Orchestra della Svizzera Italiana (OSI) di non far esibire il musicista e compositore.
«Romanovsky è un musicista di livello mondiale e giovedì mattina, a poche ore dallo spettacolo, la Direzione dell’OSI ha comunicato ai musicisti e alla Direzione del Cinema Teatro che il pianista non avrebbe suonato e sarebbe stato sostituto» si legge nell'interpellanza. «Perché?» si chiedono i due firmatari. Che aggiungono: «Preso atto che l’OSI beneficia (giustamente!) di un corposo finanziamento pubblico e auspicando una politica culturale libera da interferenze politiche e faziosità di parte, così come nell’ottica di contrastare la russofobia come odiosa forma di razzismo contro una cultura e un popolo, chiediamo al Consiglio di Stato quali sono state le giustificazioni addotte dalla Direzione dell’OSI in merito a una decisione tanto clamorosa?».
E inoltre: «Non ritiene problematico che, in un paese democratico, a un artista venga chiesta la sua appartenenza politica per decidere se farlo o meno esibire in pubblico? E non ritiene che simili misure dal sapore censorio non giovino alla credibilità della politica culturale del nostro Cantone e della libertà artistica di ciascun musicista? Se sì, quali passi intende intraprendere il Consiglio di Stato nei confronti della Direzione dell’OSI?».