Il Partito ha presentato un reclamo formale. «Non si è tenuto conto della legge in vigore»
BELLINZONA - L'assegnazione dei seggi nelle commissioni del Gran Consiglio è stata realizzata «senza tener conto della legge in vigore».
Il Partito Socialista ticinese non ci sta e contesta l'assegnazione dei due seggi (quindi la perdita di un posto rispetto ai quattro anni precedenti) annunciata ieri dai Servizi del Gran Consiglio ai partiti.
«Dopo una prima analisi è risultato chiaro che questa assegnazione sia stata fatta sulla base di un calcolo errato, interpretando in maniera non corretta la legge. Pertanto il PS ha diritto a 3 seggi e non 2», si può leggere nel reclamo firmato dalla prima proponente Anna Biscossa, dal capogruppo Ivo Durisch e dai due copresidenti Laura Riget e Fabrizio Sirica.
Più nel dettaglio, il PS contesta che il calcolo per la suddivisione dei seggi sia stato fatto dividendo il totale dei 90 deputati per il numero dei seggi commissionali. Questo sulla base di una regola «che non esiste». In realtà - continuano i socialisti - «il calcolo deve poggiare su due principi: da un lato esso deve essere analogo a quello che viene fatto per la ripartizione dei seggi parlamentari alle elezioni, dall’altro esso deve considerare solo le liste che fanno gruppo, ovvero quelle che hanno ottenuto almeno 5 deputati».
Se il reclamo venisse rigettato, il PS ha già dichiarato che si trasformerà in ricorso.