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ISRAELE / HAMASCorpi bruciati e teste staccate, il "film" (che non si vedrà) sulla strage di Hamas

21.11.23 - 15:37
Il documentario si intitola #Oct7Massacre ed è stato mostrato, a porte chiuse, ad alcuni giornalisti all'Ambasciata d’Israele a Roma
Reuters
Fonte Open
Corpi bruciati e teste staccate, il "film" (che non si vedrà) sulla strage di Hamas
Il documentario si intitola #Oct7Massacre ed è stato mostrato, a porte chiuse, ad alcuni giornalisti all'Ambasciata d’Israele a Roma

Il documentario, la premessa è d'obbligo, nemmeno noi lo abbiamo visto. Si tratta di un filmato, della durata di tre quarti d'ora, intitolato #Oct7Massacre; mostrato a porte chiuse, a una ristretta cerchia di giornalisti, presso l'ambasciata israeliana a Roma. Una testimonianza della strage commessa da Hamas il 7 ottobre scorso, che approfondisce quanto già mostrato dai filmati che durante questo mese e mezzo hanno fatto il giro della rete. Aggiungendo un'ulteriore dimensione alla brutalità dell'attacco.

A parlarne, su Open, è il noto "debunker" David Puente, che ci tiene a precisare come nelle «ultime settimane abbiamo assistito a numerosi contenuti falsi, fuorvianti, decontestualizzati sia dalla parte sostenitrice di Israele che da quella dei palestinesi» e che quindi «chiunque dubiterebbe di un documentario [... ] reso disponibile da una delle parti in causa nel conflitto», tuttavia, precisa, «chi ha analizzato con attenzione la diffusione dei video online può comprendere come il filmato non riscontri manipolazioni».

Ma cosa viene mostrato nel documentario? Nelle primissime clip, racconta Puente, viene mostrata un'automobile in fuga dall'area del festival che viene colpita da una raffica di colpi di fucile e finisce contro un altro veicolo. «Rispetto alla versione online, il filmato è ad alta risoluzione e si possono vedere chiaramente i volti dei giovani massacrati, oltre alle riprese recuperate da altre GoPro che mostrano i momenti successivi». I terroristi di Hamas, sottolinea Puente, «non si limitavano soltanto a uccidere i civili, gran parte dei video testimoniano come volessero infierire sui loro corpi colpendoli in testa e gettandoli in mezzo alla strada».

Nelle scene mostrate si vedono civili "stanati" da una specie di rifugio, a bordo strada, usando una granata, per poi essere afferrati per i capelli e trascinati in un pick-up. L'assalto ai kibbutz. L'agghiacciante uccisione di un padre, vittima del lancio di una granata mentre faceva scudo ai suoi figli, che poi fuggono per trovare riparo in cucina. Le immagini a quel punto mostrano un terrorista che entra, apre il frigorifero e prende una bibita, mettendosi a sorseggiarla davanti ai piccoli in lacrime.

E poi la macabra "ossessione" per le teste. «Chi non finiva preso come ostaggio non veniva soltanto ucciso. Le telecamere dei terroristi mostrano come questi infierissero sui morti e sui feriti, concentrandosi soprattutto sulle loro teste: sparando altri colpi sui loro volti o colpendoli violentemente con una vanga sul collo al fine di decapitarli». «Alcuni corpi venivano letteralmente abbandonati dopo le barbarie, altri invece venivano bruciati insieme all’abitazione dove si trovavano. Ecco perché sono stati ritrovati diversi corpi senza o con la testa completamente distrutta e carbonizzati. Tra questi c’erano dei bambini».

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