Consigliere comunale di Caslano, Candidato al Gran Consiglio Candidato, n.63 Lista 14, I Verdi del Ticino
Ciò che è importante capire è che ogni nostra azione quotidiana può fare la differenza, e che tutti possiamo dare un contributo importante a favore dell’ambiente.
«Prevenire è meglio che curare» dice il detto popolare, e ha ragione da vendere pensando che ogni azione, se ripetuta da tante persone, può portare a un grande risultato.
Nel nostro piccolo possiamo infatti tutti praticare uno stile di vita sostenibile e adottare alcune piccoli abitudini quotidiane che possono davvero fare la differenza e contribuire a inquinare meno (o a non inquinare affatto).
Un primo passo in tal senso può essere un approvvigionamento energetico sostenibile: con una corretta gestione delle risorse e l’adozione di un comportamento consapevole è possibile ridurre il proprio fabbisogno energetico, ciò che permette di ridurre i costi e di migliorare la qualità della vita.
Oltre a ciò, il consumo di energia ha anche un impatto ambientale e climatico: risparmiando energia si aiuta l’ambiente. Ma possiamo davvero contribuire, da soli, alla tutela dell’ambiente?
Sì, visto che la nostra economia globalizzata si basa sui consumi. E dovremmo farlo, visti gli effetti del cambiamento climatico. Molti paesi poveri, ad esempio, sono stati significativamente danneggiati dal consumo di energia dei paesi più ricchi.
Non solo economia, però. I cambiamenti climatici stanno trasformando anche gli equilibri sociali e ambientali del pianeta: temperature insolitamente elevate, siccità e precipitazioni sempre più intense stanno spingendo verso la povertà l’86% dei Paesi del mondo, rendendo ancora più profonde le disuguaglianze nel reddito e rendendo i poveri sempre più poveri.
Va poi ricordato che le sole multinazionali sono responsabili di oltre un terzo delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento, che deriva dall’uso di benzina, carburante per jet, gas naturale e carbone termico, ma anche dall’estrazione, raffinazione e consegna di carburanti fini.
In conclusione, bisogna smettere di aspettare il raggiungimento di livelli critici per intervenire. Oltre alle azioni delle singole persone, le istituzioni devono potenziare e finanziare progetti di ricerca e attività di monitoraggio, intervenendo con provvedimenti riparativi a breve termine (che in questo stato di emergenza possono essere d’aiuto sul momento), e impostando interventi preventivi a lungo termine.