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CANTONETeatro in video: sullo schermo la magia del palcoscenico

27.05.20 - 06:01
La piattaforma ticinese punta a sostenere le compagnie in questo momento e a offrire una seconda chance agli spettacoli
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Teatro in video, ovvero portare sullo schermo la magia del palcoscenico.
Teatro in video, ovvero portare sullo schermo la magia del palcoscenico.
Teatro in video: sullo schermo la magia del palcoscenico
La piattaforma ticinese punta a sostenere le compagnie in questo momento e a offrire una seconda chance agli spettacoli

LUGANO - Il mondo del teatro è in pausa forzata a causa delle misure anti-contagio. Si attende di sapere cosa succederà e se davvero dall'8 giugno, come auspicato, si potranno riaprire i sipari. Nel frattempo è nato un progetto che offre agli spettacoli una nuova vita: si chiama Teatro in video ed è stato creato da una società ticinese, la Suisse Vague SA. Ne abbiamo parlato con la co-fondatrice Chicca Pancaldi, che con la sua società si occupa di compravendita di diritti tv, di produzione e creazione di canali e contenuti video.

Come nasce questo progetto?
«Da tempo volevamo portare il teatro sullo schermo. Come? Riprendendo gli spettacoli e vendendoli alle varie televisioni in giro per il mondo. Il teatro è bellissimo e una volta se ne vedeva tanto, ma adesso non succede più. Siamo andati dai vari direttori di rete a proporre l'idea, ma abbiamo ricevuto una serie di sonori "no"».

Quindi avete deciso di creare voi stessi una piattaforma?
«Sì, poi è arrivato il Covid-19 e ci ha costretto ad accelerare tutto quanto. Così siamo partiti con i contenuti che avevamo a disposizione, ovvero quelli già registrati in passato - visto che adesso, con i teatri chiusi, non possiamo andare a registrarne di nuovi. Il caro amico Nino Formicola, membro del duo Gaspare e Zuzzurro, ha sposato immediatamente l'idea e ci ha proposto l'ultimo spettacolo che ha fatto con Andrea Brambilla (il suo partner sulla scena, ndr) prima della sua morte nel 2013. Nessuno l'aveva mai visto in video: l'abbiamo messo online ed è stato un successo strepitoso».

Quali altri spettacoli sono a disposizione, attualmente?
«"Regalo di Natale" con Gigio Alberti e Filippo Dini, tratto dal film di Pupi Avati, e "Le canzoni del sig. Dario Fo" di Giangilberto Monti & Paolo Tomelleri Jazz Stars. Nei prossimi giorni ne verranno caricati di nuovi».

Come ha reagito il mondo teatrale?
«Siamo stati letteralmente sommersi da compagnie e autori che hanno degli spettacoli da mettere online. Il problema è che spesso la qualità delle riprese non è sufficiente per gli standard che ci siamo imposti. Le riprese a camera fissa non incontrano più quelle che sono le richieste del pubblico. Noi, come detto, non possiamo registrare in questo momento, quindi a malincuore abbiamo dovuto dire tantissimi "no"».

Lo standard qualitativo della ripresa è l'unica discriminante che avete fissato?
«Sì. Non entriamo nel merito dello spettacolo, non diamo un giudizio sull'opera». 

Molti stanno proponendo spettacoli del passato in streaming: cosa c'è di diverso rispetto a quello che fate voi?
«Lo fanno gratis e trovo che l'offerta gratuita svilisca il teatro: in qualche modo le persone ritengono che abbia meno valore, se non è a pagamento. Inoltre i professionisti della scena non ricevono nessun compenso, che non è un problema piccolo in questo momento di fermo forzato. Con Teatro in video, invece, c'è una condivisione dei ricavi con gli aventi diritto. È giusto che chi ha portato in scena lo spettacolo possa trarne beneficio. E ci guadagna anche la cultura».

Cosa succederà quando riapriranno i teatri?
«Insieme ai vari teatri e compagnie organizzeremo delle produzioni video: riprenderemo lo spettacolo e nel caso potremmo trasmetterlo in live streaming sulla piattaforma, sempre vendendo i biglietti. Spero che il pubblico torni in sala, ma al momento ho qualche dubbio: potrebbe volerci ancora un po' prima che la paura sia sconfitta...».

Quando arriverà quel giorno, cosa succederà alla piattaforma?
«Servirà per dare una diffusione aggiuntiva al teatro. Cercheremo di prendere tutto quel pubblico che normalmente non assiste agli spettacoli, ovvero i giovani. Garantendo riprese di qualità si può tentare di portarli verso il teatro. Inoltre potranno godere delle rappresentazioni anche tutti coloro che per qualsiasi motivo (di tempo, geografico) sono impossibilitati a recarsi in sala».

Puntate a sostituirvi ai teatri?
«Assolutamente no! È chiaro che l'esperienza che si vive in platea è magica e insostituibile. Vogliamo dare al teatro uno strumento in più e in molti si stanno rendendo conto di quanto sia importante avere delle buone riprese video».

Cosa offrite in più rispetto ad altre piattaforme che propongono contenuti teatrali?
«Abbiamo il pallino dell'innovazione e stiamo lavorando a un sistema che si avvicini il più possibile all'esperienza che lo spettatore vive in sala. Proporremo quindi tante telecamere, in modo da poter offrire più punti di vista contemporaneamente e non solo quello del regista. Si potrebbe scegliere di guardare l'attore che in quel momento non sta dicendo la battuta, che in una ripresa standard non verrebbe inquadrato... Lo spettatore diventerebbe il regista del suo spettacolo».

Su www.teatroinvideo.com ci sarà spazio per tutti i generi?
«Assolutamente sì. Dal teatro alla danza, passando per l'opera e così via».

Ci sono stati contatti con compagnie ticinesi?
«Ne sto parlando con più persone, ma non posso ancora dire se saranno a bordo del progetto oppure no».

Possono aderire anche gli stessi teatri?
«Certo. Se hanno già riprese di buona qualità e i diritti della rappresentazione la possiamo mettere sulla piattaforma. Se invece vogliono realizzare delle riprese video, possiamo curare la produzione. È il nostro lavoro».

Anche le filodrammatiche e a chi fa teatro per hobby potrà permettersi di aderire a Teatro in video?
«Una produzione video professionale ha un certo costo, ma stiamo creando un pacchetto per offrire un prezzo concorrenziale».

Quale monito dovrà trarre il mondo del teatro da ciò che è accaduto durante la pandemia?
«Credo che la pandemia abbia fatto capire alle compagnie che si deve pensare al video. Mi auguro che non succeda mai più, ma non si può dire che non si torni in futuro a uno scenario di lockdown...».

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