Aurelio Sargenti, candidato PS per il Municipio e il Consiglio comunale di Lugano
LUGANO - «Se togliamo ai nostri figli la possibilità di avvicinarsi all’arte, alla poesia, alla bellezza, in una sola parola alla cultura, siamo destinati a un futuro di gente superficiale e pericolosa» (Riccardo Muti). Questa pandemia ha messo in evidenza quanto siano importanti valori come la solidarietà, la competenza e, appunto, la cultura.
Molti appuntamenti pubblici (sociali, politici, culturali) sono stati cancellati; molti lavoratori e lavoratrici e professionisti della cultura sono in grave difficoltà e dentro di noi cresce sempre di più la voglia di tornare al più presto alla vita normale, anche se faticosa, problematica, non sempre serena. E non solo per lasciarci alle spalle la disperazione, ma perché urge il bisogno di vivere momenti di svago, di incontri conviviali; di ricevere e dare abbracci e di frequentare manifestazioni ed eventi culturali: conferenze, cinema, teatro, musica, spettacoli.
La nostra città di Lugano - oltre ad aver bisogno di solidarietà nei confronti dei più fragili e di competenza per una buona amministrazione - deve difendere e promuovere la cultura in tutte le sue forme ed espressioni perché la vita senza la cultura è come il giorno senza il sole, la notte senza le stelle, il corpo senza lo spirito. Nutrire la cultura significa nutrire l’anima; educare ad esercitare il nostro diritto alla critica; essere cittadini consapevoli, rispettosi e liberi.
La nostra città deve inoltre prestare maggiore attenzione al disagio manifestato dai giovani che, con gli anziani, soffrono molto di questo isolamento imposto; deve saper dare delle risposte adeguate, offrire loro degli spazi in cui possano giocare al pallone, a pallacanestro, divertirsi, incontrarsi.
La cultura che la nostra città deve avere a cuore non può essere solo quella promossa dal LAC, ma deve abbracciare anche la cultura popolare, che nasce dai quartieri della città; la cultura delle comunità giunte da noi da altre nazioni e che trova nella Festa multietnica primaverile (organizzata dal PS Lugano) la sua vetrina; la cultura promossa dai Centri giovanili dei vari quartieri, dalle società sportive, musicali e scientifiche. Una cultura di tutti e per tutti, facilmente accessibile (anche finanziariamente con l’aiuto della città) soprattutto ai giovani, alle famiglie, agli anziani e ai disoccupati.
Per promuovere la cultura nelle espressioni più diverse, ristabilendo le tradizioni dei comuni aggregati, le Commissioni di quartiere devono disporre di una maggiore autonomia decisionale e finanziaria e di spazi utili per ospitare iniziative di enti e associazioni; inoltre le Commissioni devono essere maggiormente coinvolte dal Municipio nelle questioni che riguardano il loro quartiere (oggi lo sono in modo insufficiente).
Il fatto che il “Dicastero Formazione, sostegno e socialità” sia diretto da Lorenzo Quadri, oltre che ad essere un bell’ossimoro, non lascia molto spazio alle speranze di miglioramento: cosa c’entra con la cultura uno che chiama “brozzoni” i frequentatori del Centro autogestito? Cosa c’entra con l’educazione uno che da trent’anni ogni domenica sul suo giornaletto dimostra grassamente la sua maleducazione, la sua incultura, la sua inciviltà? Mistero leghista!