Secondo il professore universitario Alberto Clò il greggio sta soffrendo a causa di una speculazione, più che della crisi nel paese nordafricano
MILANO - In caso di un aggravarsi della situazione in Egitto, il petrolio potrebbe schizzare a 120 dollari al barile. E' una previsione, pessimistica ma non troppo irreale, che il professore universitario Alberto Clò, una dei massimi esperti di energia italiani, ha rilasciato i un'intervista per Il Sole 24 Ore.
L'Opec, l'organizzazione che raccoglie i principali paesi produttori di petrolio, sarebbe pronta ad aumentare la produzione di greggio se la crisi in Egitto dovesse aggravarsi, e provocare il blocco della produzione nel Paese. Più che questa eventualità, osserva Clò, spaventa la possibile chiusura del Canale di Suez, dal quale ogni giorno transita il 5% della produzione mondiale di petrolio.
Il vero problema, rileva il docente, è la speculazione finanziaria, che ha portato il valore del Brent, "senza alcuna giustificazione dal lato della domanda reale", fino ai 100 dollari, e non è azzardato pensare che il barile possa arrivare a 110 o 120 dollari. Il valore del petrolio a Londra, toccando i 100 dollari, ha raggiunto livelli che non erano stati più raggiunti dal 2008.
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