“Deathloop” di Arkane tenta con l'arguzia di cambiare (almeno un po') il mondo degli sparatutto. Ma ci riuscirà davvero?
LIONE - La tecnologia avanza e fare i videogames diventa sempre più impegnativo, in termini di tempo e quindi anche di costi.
Questa next-gen, che a causa di problemi di approvvigionamento deve ancora decollare , potrebbe cambiare molte cose per quanto riguarda le grosse uscite durante l'anno. Saranno verosimilmente meno, un po' meno coraggiose, e pensate per durare il più possibile.
“Deathloop” di Bethesda, conferma e allo stesso tempo smentisce questa teoria ancora tutta da verificare. Da una parte si capisce che - per certi versi - è stato concepito al risparmio, dall'altra resta un titolo estremamente gagliardo e con tanta voglia di scombinare il modo in cui intendiamo gli sparatutto in prima persona. Ma andiamo con ordine.
Nei panni di Colt, nerboruto mercenario dal grilletto facile, ci svegliamo privi di memoria sulla spiaggia della bizzarra isola di Blackreef. Sospinti da quella che si rivelerà la nostra nemesi, un'assassina anche lei decisamente agguerrita di nome Julianna, scopriremo che l'atollo di cui sopra è bloccato in un loop temporale che porta le giornate a ripetersi all'infinito.
Per poter scardinare il sistema dovremo riuscire nell'arduo compito di assassinare gli 8 nobili dell'isola, che si fanno chiamare Visionari, e il tutto prima che scocchi la mezzanotte. Una sfida che, nuovo mattina dopo mattina e morte dopo morte, ci costringerà a imparare a menadito le 4 aree dell'isola durante tutte le fasi del giorno per poter portare a termine l'omicidio perfetto.
Originale? Di sicuro si tratta di un aggettivo che si sposa bene con “Deathloop” che coniuga la libertà ciclica dei roguelike - che di recente vanno di moda, come insegna anche “Returned” - con sensazioni prese dritte dritte da film come “Ricomincio da capo”, “Edge of Tomorrow” e anche uno spruzzo di follia '60 dei primi film di James Bond (visto che pure lui di questi giorni va parecchio).
Un estro che però non nasconde i suoi limiti: in fin dei conti si tratta di solo 4 ambientazioni (per quanto varino durante il dì) mentre i nemici sono più o meno sempre gli stessi. Da qui la sensazione che Arkane, che ricordiamo soprattutto per la serie “Dishonored”, più che la (costosa) tecnica abbia preferito lavorare di arguzia e di design, tirando fuori il massimo possibile dal minimo. E, bisogna riconoscerglielo, per convincere, convince.
Merito della dinamicità del sistema di combattimento, dei poteri speciali (da sbloccare uccidendo i Visionari) alcuni presi proprio da “Dishonored” ma anche della scrittura - ispirata e spassosa - così come del doppiaggio stratosferico del cast. Su tutti Colt e Julianna, nel loro continuo battibeccare a distanza, spaziali tanto in inglese quanto in italiano.
Ma ci sono anche cose che non ci sono piaciute tantissimo, innanzitutto il multiplayer che permette di "invadere" le partite altrui nelle vesti di Julianna è assolutamente da rivedere (e poteva anche non esserci). In secondo luogo l'entrata in materia non è delle migliori: il gioco ci butta addosso (letteralmente) un sacco di informazioni e boxini spesso pure difficili da leggere. In secondo luogo, quella che può venire a mancare - considerando che per gran parte del tempo il nostro obiettivo principale sarà girare, raccogliere informazioni e ritornare alla base - è un po' la motivazione, vista l'assenza di ricompense immediate.
Ma si sa, chi la dura la vince. Oppure no?
VOTO: 9
“Deathloop” è disponibile per Playstation 5 e Pc Windows. Lo abbiamo provato con un codice gentilmente fornitoci da Bethesda.
ZAF