La Corte Suprema ha preso atto dei ricorsi che definivano la misura «arbitraria, illegale ed anticostituzionale»
NEW DELHI - La Corte Suprema indiana ha stabilito oggi la sospensione per tre mesi del decreto diramato in maggio dal governo di proibizione nel Paese del commercio di mucche, e di bovini più in generale, a fini di macellazione. Lo riferisce la tv Zee News.
Dopo aver preso atto dell'esistenza di ricorsi che definivano la misura «arbitraria, illegale ed anticostituzionale», il presidente della Corte, Jagdish Singh Khehar, ha sospeso il decreto estendendo a tutto il territorio nazionale una simile misura già decisa dall'Alta Corte di Madras in Tamil Nadu.
Di fronte a ciò il rappresentante del governo ha annunciato che l'ordinanza sarà modificata e poi ripresentata, tenendo conto delle obiezioni avanzate da più parti.
Nella sua istanza di sospensione, l'avvocato Mohammed Abdul Faheem Qureshi ha sostenuto che la proibizione della macellazione dei bovini era «contro la libertà della pratica di religione di sacrificare animali» e violava il diritto ad alimentazione, privacy e libertà personale garantiti dalla Costituzione.
Il 23 maggio il governo ha pubblicato l'ordinanza di divieto di vendita e acquisto di bestiame destinato alla macellazione, una misura che ha trovato opposizione nella popolazione non indù indiana e nei settori dell'industria alimentare e delle pelli.
Inoltre movimenti estremisti indù hanno interpretato la decisione come un via libera per la creazione di gruppi di 'vigilantes' che in nome della protezione della sacralità delle mucche hanno spesso malmenato, e perfino ucciso, persone accusate di aver mangiato o commerciato carne bovina.