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VAUDL'iraniano arrestato e quella società di facciata nell'ateneo svizzero: e nessuno se ne accorge?

28.12.24 - 18:17
L'uomo è accusato di avere fornito al regime iraniano tecnologie illegali per droni. All'EFPL di Losanna ha sede la sua società.
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Fonte 20 Minuten
L'iraniano arrestato e quella società di facciata nell'ateneo svizzero: e nessuno se ne accorge?
L'uomo è accusato di avere fornito al regime iraniano tecnologie illegali per droni. All'EFPL di Losanna ha sede la sua società.

LOSANNA - Avrebbe gestito una società di facciata svizzera - con sede al Politecnico di Losanna - per coprire un'attività di contrabbando di tecnologie per i droni vietate e che avrebbe poi fornito al regime di Teheran: è di questo che è accusato il tecnico iraniano finito in carcere dopo essere stato arrestato all'aeroporto di Malpensa.

L'uomo nel 2019 ha fondato la start-up Illumove SA, registrata a Ecublens ma con sede al Politecnico federale di Losanna. L'ateneo al sito 20 Minuten sottolinea di non avere mai «notato nulla di sospetto», ma sul tecnico cui l'FBI stava dando la caccia da tempo pende la grave accusa di «avere fornito illegalmente tecnologia di navigazione per droni alle Guardie rivoluzionarie iraniane», sfruttando la sua frequentazione con gli ambienti universitari per procurarsi senza essere scoperto la tecnologia per il programma di droni iraniano ed eludere le sanzioni internazionali.

La tecnologia che sarebbe riuscito a fare arrivare dalla Svizzera - attraverso la sua società fantasma dentro l'ateneo losannese - al regime iraniano, secondo l'FBI sarebbe stata utilizzata in almeno un attacco a una base militare statunitense in Giordania dove morirono tre soldati americani e 47 rimasero feriti.

L'attacco venne effettuato proprio con i temibili droni iraniani Shahed-136 e parti di questa tecnologia illegale vennero rinvenute sul luogo dell'attacco, ha affermato l'FBI.

Secondo la Corte federale per il Distretto del Massachusetts, che ha emesso il mandato d'arresto, il tecnico iraniano titolare della società svizzera è anche il fondatore di una società iraniana chiamata SDRA. Gli Stati Uniti lo accusano di produrre moduli di navigazione per il programma di droni militari della Guardia Rivoluzionaria e la Illumove SA sarebbe stata una società di facciata proprio per la ditta iraniana.

L'ufficio stampa del Politecnico federale ha confermato che l'uomo l'uomo in questione «aveva effettivamente svolto un post-doc all'EPFL dal 2019 al 2022, sotto contratto con un laboratorio, e che da allora non aveva più collaborato con la scuola». Nel registro delle imprese, tuttavia, la sua azienda è ancora registrata come attiva. L'EPFL, però, dichiara che nessuno vi lavora.

Barraud sottolinea tuttavia che l'EPFL non ha nulla a che fare con la scelta delle aziende che affittano gli spazi. «Questo compito è svolto dalla "Fondation EPFL Innovation Park" e l'EPFL non può fornire alcuna informazione sul suo processo di selezione».

Tuttavia, anche l'uomo finito in manette ha dovuto superare un processo di selezione presso l'EPFL, in particolare per il suo post-doc. «Apparentemente, la candidatura del 2019 non era sospetta. Inoltre, non c'erano indicazioni di attività illegali durante il suo impiego», spiega Barraud. «L'EPFL fa del suo meglio per prevenire casi come quello in questione ma il rischio è sempre presente. Non siamo la polizia, abbiamo solo un accesso limitato alle informazioni».

Il caso ha suscitato svariate reazioni negli ambienti politici: Elisabeth Schneider-Schneiter, consigliera nazionale di centro, ritiene che «il caso dimostra quanto sia grande la responsabilità delle nostre università. Sono necessari controlli di sicurezza sistematici per gli studenti provenienti da Paesi ad alto rischio, in modo da prevenire casi simili. Il panorama liberale dell'istruzione superiore svizzera non deve essere sfruttato per aggirare le sanzioni. È in gioco la reputazione» ha dichiarato.

Il consigliere nazionale dell'UDC Franz Grüter, invece, difende l'EPFL: «È difficile per un'università riconoscere una cosa del genere, soprattutto perché in questo caso lo scopo della società sembra innocuo e insospettabile secondo il registro di commercio». Per lui la responsabilità è da attribuire ai servizi segreti: «È preoccupante che in questo caso le informazioni provengano dagli Stati Uniti e che i servizi segreti svizzeri non le abbiano nemmeno prese in considerazione».

In Italia, intanto, alcuni osservatori trovano sia sospetto il fatto che il giorno dopo l'arresto dell'uomo, sia avvenuto il fermo a Teheran della giornalista Cecilia Sala. L'allusione di alcuni analisti a una possibile ritorsione da parte del regime di Teheran è stata però respinta dal ministro degli Esteri Antonio Tajani.

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