I cosiddetti survivalisti sono sempre pronti a qualsiasi catastrofe a livello mondiale
NEW YORK - È arrivata una pandemia globale di un nuovo coronavirus. E tutti noi, esseri umani, abbiamo reagito in modi diversi. C'è chi è andato nel panico, chi l'ha sottovalutata, chi ha assaltato i supermercati, e poi, chi, pronto da tempo a una simile situazione, si è semplicemente trasferito con la famiglia e con le scorte alimentari nel proprio bunker antinucleare.
Si tratta dei cosiddetti "survivalisti" (dall'inglese "to survive", sopravvivere), che sono sempre pronti e preparati nel caso succedesse un cataclisma, una catastrofe a livello mondiale. Il trend degli appassionati/fanatici di sopravvivenza è diffuso da decenni negli Stati Uniti, e ha avuto un boom anche in Ticino a ridosso del 2012, quando le fobie sulla fine del mondo (lo ricordate, il calendario Maya?) avevano preso piede a livello internazionale.
Aria Bendix, Senior Reporter al Business Insider, ha trattato l'argomento negli ultimi anni, notando come la popolarità dei bunker "anti apocalisse" sia cresciuta recentemente principalmente a causa dei timori legati al cambiamento climatico, ad un possibile rovesciamento tecnologico della società e ad una potenziale guerra nucleare globale.
Ora, l'arrivo di una simile pandemia a livello mondiale potrebbe essere la prima vera esperienza per molti survivalisti di mettere in atto ciò per cui si preparano da una vita. A tal proposito, il portale Wall Street Journal ha parlato con diversi di loro: molti hanno infatti finalmente trovato uso per i bunker che avevano acquistato in passato, preparandosi per il giorno del giudizio.
L'esempio è un uomo statunitense, che da qualche giorno si è spostato nel bunker con la propria famiglia, che ha dichiarato di essersi trasferito per non diffondere ulteriormente il virus. Un altro, anche lui in un bunker per sfuggire alla pandemia, si prende invece la sua rivincita con la società, che ha spesso considerato i survivalisti come un gruppo folle, strano, estremo, mentre ora sempre più persone si interessano di quello che fa e gli chiedono suggerimenti.
Per quanto riguarda le strutture, molti appaltatori hanno dichiarato al Business Insider che dall'arrivo della pandemia sono aumentate di parecchio le persone interessate alla realizzazione di un rifugio. Tuttavia, molti venditori hanno segnalato che il Covid-19 non ha avuto influenza sulle vendite, in quanto un simile acquisto, oltre che essere molto costoso, ha bisogno di mesi per essere pianificato e costruito.
I costi sono infatti spesso un gran bell'ostacolo: i bunker più economici si possono trovare a partire da 35'000 dollari, ai quali tuttavia bisogna aggiungere altri 1'000 dollari all'anno di affitto. I più costosi invece spaziano da 1,5 milioni di dollari fino a 3 milioni di dollari, in questi casi, i rifugi sembrerebbero accessibili solo ai super ricchi. Ma cosa si può trovare in un bunker? Tutti i rifugi apocalittici hanno delle pareti e delle porte a prova di esplosione, scorte alimentari a lunga durata e riserve di medicinali. Quelli più costosi diventano persino strutture lussuose, e possono offrire servizi come sale cinema e piscine.
Nel caso della pandemia, ciò che preoccupa maggiormente i survivalisti (detti anche 'preppers', coloro che si preparano), non è il virus in sé, bensì il collasso legato allo stop delle attività economiche e i possibili disordini che ne conseguono. E come detto, ognuno ha il proprio modo di reagire alla situazione.