Mai ordinati, i sacchettini sono stati recapitati in tutto il mondo. Washington invita gli americani non piantarli.
SEATTLE - Migliaia di pacchi sospetti contenenti semi, per la maggior parte provenienti dalla Cina, sono stati recapitati nelle case di tutto il mondo durante l'estate. Un giallo che spinge ora Amazon a bloccare le vendite di piante di origine straniera negli Stati Uniti mentre le autorità americane indagano sul fenomeno, preoccupate per la potenziale minaccia all'agricoltura e ai consumatori.
I semi finora identificati vanno da quelli di "gloria del mattino" a quelli di senape, ma anche erbe nocive malate. Per ora comunque non sussiste alcun allarme anche se l'attenzione resta alta. Da qui l'invito delle autorità agli americani a non piantarli perché la loro origine sconosciuta li rende pericolosi.
I pacchetti che contengono i semi misteriosi hanno nella maggior parte timbri postali cinesi alimentando i dubbi delle autorità americane, e aprendo un possibile nuovo fronte di scontro fra Washington e Pechino, fra le quali la tensione è già alta fra il coronavirus, la legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong e la guerra commerciale.
La Cina però avrebbe fatto sapere che il timbro è contraffatto e chiesto l'invio di alcuni dei pacchetti per poter avviare un'indagine. Una richiesta, secondo indiscrezioni, effettuata anche a Canada e Regno Unito, gli altri due paesi 'invasi' dai semi arrivati via posta senza essere stati ordinati.
Il motivo delle spedizioni resta ancora tutto da chiarire, ma non si esclude che possa trattarsi di una "brushing scam", ovvero la truffa portata avanti da alcuni venditori che acquistano i loro stessi prodotti online utilizzando gli account di falsi acquirenti a cui hanno rubato le credenziali. Il pacco viene quindi recapitato all'indirizzo del malcapitato destinatario, consentendo al venditore-truffatore di scrivere una recensione positiva sul prodotto e di aumentare le sue vendite.
Il divieto delle vendite di semi stranieri negli Stati Uniti da parte di Amazon è scattato il 3 settembre e il colosso lo ha già comunicato ai venditori. La decisione, spiega Amazon, rientra «negli sforzi in atto per proteggere i consumatori e migliorare la loro esperienza».