Il Governo ha dichiarato in nottata lo stato d'emergenza, vietando gli assembramenti per disperdere i manifestanti
I thailandesi non si sono però fatti intimorire, e in centinaia stanno sfidando le misure appena introdotte
BANGKOK - Centinaia di persone sono scese per le strade di Bangkok sfidando il divieto di assembramenti appena imposto dal governo.
Centinaia di giovani manifestanti anti-governativi sono affluiti attorno alla Ratchaprasong Intersection a Bangkok, sfidando lo stato di emergenza proclamato nella notte che vieta assembramenti di più di cinque persone. Nell'area, per contenere una protesta annunciata già questa mattina, è presente un massiccio contingente di forze di polizia.
La tensione è alta, con i manifestanti che chiedono il rilascio dei venti attivisti - tra cui alcuni tra i maggiori leader - arrestati nella notte per il loro ruolo nelle proteste di ieri, che hanno portato all'assedio della sede del governo e a un incontro ravvicinato con la limousine che trasportava il re Vajiralongkorn e la regina Suthida.
La Ratchaprasong Intersection, nel pieno centro di Bangkok, era il cuore della cittadella delle "camicie rosse" occupata per un mese e mezzo dagli allora manifestanti anti-governativi nel 2010. Quelle proteste furono represse con almeno 92 morti e 2'000 feriti.
La risposta delle autorità - Il governo thailandese, lo ricordiamo, ha proclamato nella notte lo stato di emergenza, che vieta assembramenti di più di cinque persone e la pubblicazione di notizie o messaggi nocivi per la sicurezza nazionale.
Lo ha annunciato la tv di Stato. «È estremamente necessario introdurre urgenti misure per porre fine a questa situazione in modo rapido ed efficace per mantenere l'ordine», è stato detto dai canali statali. Il provvedimento è entrato in vigore da subito, alle 4 di notte locali.
Intanto almeno 20 attivisti per la democrazia, fra cui quattro dei maggiori leader, sono stati arrestati questa mattina a Bangkok dopo la proclamazione dello stato di emergenza.
Lo riferiscono i media thailandesi. Tra gli arrestati ci sono Anon Nampha, Parit Chiwarak, Panupong Jadnok e Panusaya Sithijirawattanakul, tra i più attivi nei comizi alla folla e nel reiterare le richieste per un nuovo governo, una nuova Costituzione e lo stop alla persecuzione dei dissidenti politici.
In particolare, Panusaya (21 anni) è la studentessa che per prima in agosto lesse un manifesto per la riforma della monarchia davanti a una folla di studenti. Alcuni tra gli arrestati, come Anon e Parit, sono già stati arrestati con l'accusa di sedizione negli ultimi tre mesi, e poi rilasciati su cauzione. Dopo le proteste di ieri, però, le autorità sembrano intenzionate a stroncare sul nascere il movimento.
Ieri, dopo aver accerchiato la sede del governo, i manifestanti avevano gridato insulti e alzato tre dita - il segno della resistenza alla dittatura nel film "The Hunger Games" - al passaggio dell'automobile che trasportava il re Vajiralongkorn e la regina Suthida, una scena impensabile nel regno fino a poco tempo fa. I manifestanti chiedono un nuovo governo che rimpiazzi quello del generale golpista Prayuth Chan-ocha, una nuova Costituzione al posto di quella scritta dai militari, e lo stop alla persecuzione dei dissidenti politici.