Il Presidente ha preferito, nonostante il Covid, votare dal vivo: «Sono all'antica, immagino»
WASHINGTON - Donald Trump ha votato anticipatamente, senza Melania, a West Palm Beach, in Florida, vicino alla sua residenza di Mar-a-Lago.
Di solito votava a New York ma lo scorso anno ha cambiato residenza, voltando le spalle ad una città che non lo ama. Così, si è recato dal vivo al seggio in Florida, prima con e poi senza mascherina, salutato da due ali di folla lungo la strada.
Ieri sera in un comizio nello Sunshine State aveva spiegato che gli piace votare di persona: «sono all'antica, immagino», aveva detto il presidente, ostile al voto per posta che associa ai brogli.
Trump è impegnato oggi in un tour de force, con comizi in North Carolina, Ohio e Wisconsin.
Partecipazione da record - Nel frattempo, a 10 giorni dall'Election Day oltre 53 milioni di americani hanno già votato anticipatamente, per posta o di persona: un dato che, secondo Us elections project, proietta una affluenza record di circa 150 milioni di voti, il 65% degli aventi diritto.
Si tratterebbe della percentuale più alta dal 1908. Nel 2016 votarono 137,5 milioni di americani.
La polemica cinese - «Non faccio soldi con la Cina», ha dichiarato Donald Trump nell'ultimo duello tv. Ma, secondo Forbes, da quando si è insediato alla Casa Bianca ha incassato almeno 5,4 milioni di dollari da un contratto d'affitto alla Trump Tower con la Industrial and Commercial Bank of China, una banca controllata dal governo di Pechino.
Il contratto è scaduto nell'ottobre 2019 ma la banca, pur spostando gran parte dei suoi uffici in un edificio vicino, ha conservato un paio di piani della torre del presidente, come ha riferito pubblicamente uno dei figli, Eric Trump.
Il sito della Industrial and Commercial Bank of China elenca ancora un indirizzo alla Trump Tower. Il presidente ha quindi i cinesi "in casa" e continua a ricevere soldi da loro. Circostanza che pone problemi legali, perche' la Costituzione Usa vieta ai dipendenti federali di accettare «qualsiasi regalo, emolumento, incarico o titolo, di qualsiasi genere, da qualsiasi re, principe o stato straniero» senza l'approvazione del Congresso.