Sotto pressione crescente, sorvegliati ed esposti al virus, la situazione dei dipendenti Amazon denunciata da Amnesty
LONDRA - Durante il lockdown hanno continuato a lavorare, e ancora più duramente, e ora – con l'arrivo del weekend lungo dei saldi – la loro situazione si fa ancora più delicata.
Stiamo parlando di chi lavora nei maxi-stabilimenti di Amazon che, a oggi, non è ancora tutelato a sufficienza. A darne notizia è Amnesty International che, proprio in occasione del Black Friday, ha pubblicato un rapporto sul tema: «Durante tutta la pandemia, i lavoratori di Amazon hanno messo a rischio la loro salute e la loro vita per garantire la consegna di beni», spiega la ricercatrice per Amnesty Barbora Černušáková che riporta una sistematica ostilità ai tentativi di sindacalizzazione della forza lavoro, con sorveglianza, violazioni della privacy e azioni legali.
Gli impiegati, spiega la Ong, venivano sorvegliati sui social per evitare qualsiasi tipo di organizzazione, o azione collettiva. Per svolgere questo lavoro, l'azienda aveva assunto personale specializzato nel campo dell'intelligence: «Questo tipo di comportamento alla “Grande Fratello” è totalmente inaccettabile e interferisce con la libertà di espressione dei lavoratori e il loro diritto di organizzarsi», conferma Černušáková.
Il timore è che anche le norme di sicurezza anti-contagio, possano piano piano venire meno. Se durante la prima ondata gli obiettivi di produttività erano stati sospesi, a metà di ottobre – in diverse nazioni – sono stati reintrodotti in vista di un Natale che si prospetta all'insegna degli acquisti via web. In molti paesi, inoltre, è stata anche cassata l'indennità di rischio per l'esposizione al virus, preziosa per molti dipendenti. Per Amazon, quindi, tutto pare tornato alla normalità anche se normalità proprio non è.