Una mutazione proverrebbe dall'Amazzonia, l'altra si riferirebbe alla variante scoperta in Sudafrica
SAN PAOLO - Il ministero della Salute brasiliano ha confermato almeno due casi di reinfezione da Covid-19, uno dei quali causato dal nuovo ceppo scoperto in Amazzonia.
Il primo caso confermato è quello di una donna contagiata per la prima volta il 24 marzo 2020. Il secondo contagio è avvenuto lo scorso 30 dicembre e le analisi hanno mostrato «una mutazione compatibile con la variante del virus Sars-Cov-2 individuata di recente dal ministero della Salute giapponese ma originaria dell'Amazzonia».
Il secondo caso confermato è stato accertato nello Stato di Bahia e si riferirebbe alla variante scoperta in Sudafrica.
Il ministero della Salute ha rivelato che i due casi sono monitorati con l'appoggio dell'Organizzazione panamericana della salute, la branca dell'Organizzazione mondiale della salute (Oms) in America latina.
Scambio di accuse - Sulla pandemia di Covid-19 e la drammatica situazione sanitaria nello Stato dell'Amazzonia, c'è stato uno scambio di accuse tra il presidente Jair Bolsonaro e il governatore di San Paolo, Joao Doria, suo rivale politico,
In una conferenza stampa, Doria ha definito «genocida» la gestione della pandemia da parte di Bolsonaro, che di rimando lo ha liquidato come «ragazzino». Doria ha anche sollecitato il parlamento e la società civile a reagire «al modo in cui Bolsonaro sta gestendo la pandemia» e, in particolare, la disastrosa situazione sanitaria dell'Amazzonia, dove manca l'ossigeno per i pazienti Covid e gli ospedali sono al collasso.
Bolsonaro ha risposto accusando Doria di «voler far crollare l'economia del Paese per mettermi in difficoltà».
Chiesto vaccino a Istituto Butantan - Nel frattempo il governo brasiliano ha chiesto la consegna immediata di sei milioni di dosi di vaccino prodotte dalla cinese Sinovac e importate dall'Istituto Butantan di San Paolo. La richiesta è firmata dal direttore della logistica del ministero della Salute, Roberto Ferreira Dias, ed è indirizzata al direttore dell'istituto di ricerca, Dimas Covas.
«Chiediamo la consegna immediata di sei milioni di dosi di vaccino contro il Covid-19 importate, per le quali è stata chiesta l'autorizzazione per l'uso d'emergenza all'Anvisa», l'Agenzia nazionale di sorveglianza sanitaria.
«Sottolineiamo l'urgenza della consegna immediata del quantitativo indicato, in quanto il ministero deve cominciare la distribuzione tra i vari Stati della federazione in maniera equa e simultanea, come prevede il programma di vaccinazione contro il Covid-19», si legge nella lettera del ministero.
Il governo federale ha infine annunciato che Anvisa deciderà sull'uso emergenziale del candidato vaccino cinese domenica 17 gennaio.