Non manca infatti chi prenota l'appuntamento e poi non si presenta. Il preparato, però, dopo 6 ore va buttato.
ROMA - La somministrazione di dosi di vaccino avanzate a persone che non ne avrebbero esattamente diritto ha fatto discutere a più riprese anche in Ticino. A Novazzano quattro componenti del Consiglio di amministrazione di una casa anziani hanno ricevuto altrettante dosi che rischiavano di rimanere inutilizzate. Uno scenario simile si è ripresentato nello stesso periodo anche nelle Centovalli. E poi ancora a Stabio e Mendrisio.
Il tema di cosa fare delle dosi di preparato anti Covid che minacciano di finire nella spazzatura, però, è dibattuto un po' in tutto il mondo. La possibilità che ne avanzino, infatti, è già di per sé insita nella natura stessa dei prodotti. I due vaccini di Pfizer/BioNTech e Moderna, per esempio, sono distribuiti in flaconcini che contengono quantità pari o dispari di dosi (5/6 nel caso di Pfizer, 10 in quello di Moderna) e, una volta aperti, devono essere utilizzati entro 6 ore. A ciò si aggiunge il fatto che è praticamente fisiologico che una piccola percentuale di persone che hanno preso appuntamento per farsi immunizzare non si presenti al centro vaccinale stabilito.
In Lazio ci sono i "panchinari" del vaccino - I diversi Stati e territori adottano così strategie diverse per non sprecare queste preziose gocce di prodotto in esubero. Da lunedì, quando è partita la vaccinazione degli ultra 80enni, il Lazio ha per esempio introdotto delle liste di persone in attesa di vaccinazione che vengono chiamate e immunizzate se, alle 18, avanzano dosi. Al momento, sulla "panchina" - così viene chiamata la lista - siedono i circa 10mila laziali ultra 80enni non autosufficienti che devono essere vaccinati a domicilio.
Il sistema viene utilizzato regolarmente perché il tasso di persone che non si presentano agli appuntamenti fissati è del 2%: circa 70 al giorno. «Ovviamente si vaccinano le persone previste dal piano vaccinale», sottolinea l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato, intervistato dal Fatto Quotidiano. Si era considerata anche l'ipotesi di somministrare le dosi avanzate ai parenti degli ultra 80enni che si presentano ai centri, spiega, ma la "panchina" composta da persone che comunque hanno diritto al vaccino mette al riparo da possibili polemiche.
L'esempio arriva da Israele - Il modello laziale ha preso ispirazione da quello applicato in Israele, il Paese con il più alto tasso di vaccinazione anti Covid-19 al mondo. Nello Stato ebraico il tasso di mancata presentazione agli appuntamenti si aggira intorno all'8-10%, riferisce il Fatto. Laggiù si assiste del resto al fenomeno di "no vax" che fissano appuntamenti e poi non si presentano proprio nell'intento di far sprecare dosi di vaccino, riporta N12. Nel caso in cui ci siano dosi in eccesso, la strategia è quella di vaccinare «chiunque si trovi vicino alla clinica»: «Viene buttato non più dello 0,01% delle dosi», assicurava alcuni giorni fa sul proprio blog il presidente della squadra nazionale di esperti anti Covid-19, Ran Balicer.
In Australia, fortunato chi abita vicino ai centri vaccinali - Un approccio simile potrebbe presto essere adottato anche in Australia. Laggiù, il governo federale sta considerando di creare delle liste di persone desiderose di farsi immunizzare che abitino nei pressi dei singoli centri vaccinali e che rientrino nei gruppi prioritari, riferisce il Sydney Morning Herald, che cita una portavoce del Dipartimento della sanità. I fortunati, che vedrebbero così anticipata di qualche settimana la puntura, sarebbero contattati «a fine giornata».
Soluzioni creative più o meno ufficiali si riscontrano anche altrove. A Los Angeles, si tollera per esempio la formazione di lunghe file di persone in cerca di dosi avanzate fuori dai principali centri vaccinali. Nel Regno Unito, per «evitare sprechi», l'indicazione dell'Associazione medica britannica (BMA) è invece quella di somministrare il preparato agli operatori sanitari. In Texas, l'Associazione medica del Texas (TMA) invita i suoi associati, in assenza di pazienti che abbiano la priorità, a vaccinare «chiunque» sia disponibile a farsi immunizzare in quel momento, riporta Kxan.