Fra gli attori coinvolti regna soddisfazione, ma anche la consapevolezza della necessità di consolidare la tregua.
GAZA / TEL AVIV - Tiene il cessate il fuoco entrato in vigore nella notte fra Israele, Hamas e la Jihad islamica. Nonostante la soddisfazione degli attori internazionali coinvolti nel raggiungimento della tregua e i festeggiamenti a Gaza, però, traspare dalle dichiarazioni che circolano in mattinata la necessità di consolidare la fragile pace raggiunta.
«È vero che la battaglia finisce oggi, ma Netanyahu e il mondo intero sanno che abbiamo il dito premuto sul grilletto e continueremo a sviluppare le nostre capacità di resistenza», fa sapere attraverso Reuters una minacciosa Hamas per bocca di un membro dell'ufficio politico dell'organizzazione islamista, Ezzat El-Reshiq. Una delle richieste è che la moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme, dove quest'ultimo conflitto ha preso il via, sia «protetta». I miliziani domandano inoltre la fine degli sfratti di palestinesi dalla zona est della città.
Coinvolti nel raggiungimento della tregua negoziata dall'Egitto, gli Stati Uniti appaiono consci della necessità di stabilizzare la situazione. «Mi recherò nella regione nei prossimi giorni e attendo con impazienza l'opportunità d'incontrare il ministro degli Esteri (israeliano, ndr) e altri leader israeliani, palestinesi e regionali», ha twittato il segretario di Stato americano Antony Blinken.
«Accolgo con entusiasmo il cessate il fuoco entrato in vigore alle 2 fra Israele e Hamas», ha dichiarato dal canto suo sul social la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. «Esorto entrambe le parti a consolidarlo e stabilizzare la situazione sul lungo periodo - ha aggiunto -. Solo una soluzione politica porterà una pace duratura e sicurezza per tutti».
Dal principale artefice della tregua, l'Egitto, giungono in particolare parole di soddisfazione riguardo alla buona collaborazione con gli Stati Uniti. «Apprezzo molto il ruolo del presidente americano Biden nel successo dell'iniziativa egiziana per il cessate il fuoco e il raggiungimento della tregua», ha scritto il presidente dello Stato arabo, Abdel Fattah el-Sisi, su Twitter. «Mi auguro che la nostra cooperazione prosegua al fine di ottenere ulteriori successi condivisi che possano portare a una pace giusta e completa nella regione», ha continuato.
Per le strade di Gaza l'entrata in vigore del cessate il fuoco, celebrato da Hamas come una «vittoria» su Israele, è stata accolta da scene di giubilo. Qui, 11 giorni di bombardamenti dello Stato ebraico hanno provocato almeno 230 morti, fra i quali anche 65 minorenni.
Nella Striscia, la ricostruzione delle abitazioni distrutte dai raid, fra le quali figurano anche diversi palazzi di dieci e più piani, sarà una «sfida ardua», commenta una corrispondente di al Jazeera nell'enclave palestinese, Youmna Al Sayed. La Cina e il Pakistan hanno già annunciato il loro supporto per la ricostruzione.
In Israele, dove i missili lanciati da Gaza hanno causato 12 vittime, la tensione scemava, in mattinata, nelle località ai confini con la Striscia, le più colpite dall'offensiva palestinese. Venivano in particolare tolti i blocchi stradali e aboliti il divieto di riunirsi e le restrizioni sui posti di lavoro.