Il padre dell'attivista bielorusso: «Non so cosa ci sia dietro, ma almeno le sue condizioni di vita sono migliorate».
MINSK - L'attivista e giornalista bielorusso Roman Protasevich e la sua fidanzata, Sophia Sapega, sono stati trasferiti dal centro di detenzione preventiva agli arresti domiciliari. Lo riporta il servizio russo della Bbc, che cita i genitori dei due attivisti. La coppia era stata arrestata a Minsk dopo l'atterraggio forzato di un volo di Ryanair diretto a Vilnius.
Come riferiscono la madre e il padre del 26enne, i due vivono in due diversi appartamenti in affitto nella capitale bielorussa. Gli avvocati di Sapega e l'ambasciata russa hanno confermato l'informazione sul cambiamento della misura preventiva. Per i genitori dei detenuti, il loro trasferimento agli arresti domiciliari è stato una sorpresa. «Siamo sotto shock», ha dichiarato il patrigno di Sapega, Sergei Dudich.
«È difficile per me commentare le azioni delle autorità, quali siano i loro obiettivi», ha affermato dal canto suo Dmitry Protasevich. «Forse è coinvolto in qualche tipo di gioco politico». A suo avviso, le autorità bielorusse non hanno fatto cadere le accuse contro i detenuti. «Se la misura di detenzione è stata cambiata, è un miglioramento delle loro condizioni di vita. Ma ciò che accadrà dopo non lo sappiamo», ha aggiunto, come riporta il portale internet Meduza. Nelle passate settimane i genitori di Protasevich hanno denunciato a più riprese le condizioni di reclusione del figlio, per la salute e l'incolumità del quale erano in molto in ansia.
Il Consiglio europeo chiede il rilascio - Intanto «il Consiglio europeo si compiace della tempestiva attuazione delle misure relative alla Bielorussia, in linea con le sue conclusioni del 24-25 maggio 2021, e ribadisce il suo appello per l'immediato rilascio di tutti i prigionieri politici e le persone detenute arbitrariamente, compresi Roman Protasevich e Sophia Sapega, e per la fine della repressione della società civile e dei media indipendenti». Lo scrivono i leader nelle conclusioni del vertice europeo, ribadendo «il diritto democratico del popolo bielorusso di eleggere il proprio presidente attraverso nuove elezioni libere ed eque».