I passeggeri, già ora, stanno perdendo un'ora e mezza in più negli aeroporti rispetto ai livelli pre-pandemia
Il problema? I vari requisiti e le procedure di controllo dei certificati, diversi tra un Paese e l'altro
BRUXELLES - L'inizio dei viaggi con il tanto atteso Green Pass, introdotto ieri dall'Unione europea, sta destando diverse preoccupazioni a causa di modalità, procedure e requisiti diversi tra uno Stato e l'altro, che rischiano di causare ore di coda agli sportelli del check-in e dei vari controlli.
È quanto denunciano allarmate in una lettera ai Governi dell'Ue diverse associazioni di categoria: Airlines for Europe, Airports Council International, European regions airline association e International air transport association. A creare problemi, in particolare, la mancanza di coordinazione tra Stati, con diversi approcci applicati.
Tra chi accetta codici QR, formati digitali, o formati cartacei dei tamponi, tra chi chiede ai turisti di compilare moduli come il Passenger locator form in modo digitale, o in modo cartaceo, non c'è alcuna coordinazione a livello europeo per snellire il viavai di passeggeri negli aeroporti. Secondo le organizzazioni aeree e degli aeroporti, ci sono almeno dieci modalità diverse di verifica del Covid Pass tra i 27 Stati membri.
Si rischia il caos
Secondo gli enti, «con l’aumento del traffico passeggeri nelle prossime settimane il rischio di caos negli aeroporti europei è reale». Qualche conseguenza si vede già: solo per effettuare il check-in i passeggeri hanno bisogno ora di circa 12 minuti a persona, un aumento del 500% rispetto a prima. «Ai valori attuali di traffico, ancora lontani da quelli pre-Covid, i passeggeri stanno perdendo in media un’ora e mezza in più in aeroporto, il doppio del solito», ha denunciato al Corriere.it Willie Walsh, dirigente della Iata (International Air Transport Association).
Quando i flussi saranno nuovamente a circa il 75% dei livelli pre-pandemici, la Iata presume che il tempo che si perderà dall’ingresso al terminal fino all’imbarco potrà toccare le sei ore, in particolare per i controlli sanitari. Al 100%, si raggiungerebbero persino le otto ore, secondo le stime della Iata.
Digitalizzare è meglio
Per questo le associazioni chiedono di digitalizzare il più possibile ogni processo di controllo, utilizzando procedure digitali e codici QR, per ridurre al minimo eventuali disagi. Oltre a ciò, si chiede che il Passenger locator form sia integrato nella verifica digitale del Green Pass, snellendo i controlli. Infine, si chiede di astenersi dal verificare il Pass anche all'arrivo, in quanto «servirebbe a poco scopo medico e potrebbe portare a inutili code».
Nel frattempo, mentre i Governi prendono atto di quanto suggerito, i passeggeri dovranno armarsi di tempo, attenzione e pazienza.