Un incendio che ha colpito un'industria di Bangkok preoccupa per i fumi tossici rilasciati nell'aria
BANGKOK - Un incendio scaturito ieri in seguito a un'esplosione in una fabbrica di produzione di plastica a Bangkok ha ripreso vigore oggi, alzando nuovamente le preoccupazioni delle autorità e dei residenti sui fumi tossici rilasciati nell'area.
L'incidente, avvenuto nella notte di lunedì, ha provocato la morte di una persona e il ferimento di 60 tra soccorritori, pompieri e civili. In seguito allo scoppio, all'incendio, e al formarsi di una grande nube nera, sono state evacuate più di 200 persone residenti in un'area di 5km dalla zona dello scoppio.
Come riporta Al Jazeera, dopo essere riusciti a spegnere l'incendio in seguito a 24 ore di sforzi, i pompieri hanno dovuto accettare oggi un rigurgito delle fiamme, che hanno ripreso a rilasciare fumi tossici.
L'esplosione, che ha provocato il rompersi di vetri e finestre delle case vicine, è stata sentita da chilometri di distanza. Della fabbrica è rimasto poco, solo uno scheletro formato dalle strutture metalliche contorte e dai resti carbonizzati dei magazzini, distrutti dall'esplosione e dall'incendio.
Mentre la polizia continua ad indagare sulla causa dell'esplosione, ancora non chiara, rimane in vigore l'appello alla popolazione di fare il possibile per evitare di inalare i fumi, che potrebbero causare «vertigini e vomito», oltre ad effetti più gravi a lungo termine.
La sezione per i diritti umani dell'Assemblea interparlamentare dell'ASEAN ha nel frattempo esortato il Governo thailandese a fornire al pubblico maggiori informazioni sulle sostanze chimiche rilasciate. Sottolineando poi come i pompieri al lavoro sulla scena erano protetti solo dalle mascherine anti-Covid, «uno spettacolo atroce» in quanto possibilmente a contatto con sostanze cancerogene.
Un'altra preoccupazione, inoltre, è che la pioggia che è iniziata a cadere in giornata potrebbe portare le sostanze chimiche nelle fonti d'acqua, una contaminazione che sarebbe difficile da controllare.