Lo stato di Victoria ha prorogato di tre settimane il confinamento. E le autorità ora guardano al numero di vaccinati
SYDNEY - Quando nel mese di giugno le autorità di Sydney, seguite da quelle di Darwin prima e Brisbane pochi giorni dopo, annunciavano un nuovo lockdown, la popolazione del Paese oceanico pensava con ogni probabilità che si trattasse di un provvedimento a breve termine. Un pensiero, se la logica non ci manda fuori strada, condiviso anche attorno al tavolo dell'esecutivo della capitale del Nuovo Galles del Sud, che aveva decretato due settimane di confinamento per "togliere ossigeno" alla corsa della variante Delta. La storia però, come ormai sappiamo, è andata in modo diverso.
Oltre due mesi dopo, l'Australia si ritrova ancora nel mare aperto della pandemia, travolta dalla peggiore ondata di contagi dall'inizio dell'emergenza. E le cifre sono quantomai eloquenti. Nella primavera del 2020 il picco di nuove infezioni aveva superato di poco la soglia dei 500 casi giornalieri. Nella seconda ondata la "marea" si era alzata fino superare quota 700, prima di ritirarsi. Ora, il Paese oceanico sta facendo i conti da alcuni giorni con bollettini quotidiani a quattro cifre, con il picco toccato domenica scorsa, con 1'356 nuove infezioni a referto.
La «libertà per tutti i vaccinati» a quota 70%
Il tutto mentre i lockdown vengono prolungati, a colpi di settimane, da uno stato all'altro. L'ultima proroga è stata annunciata in queste ore dallo stato di Victoria; altre tre settimane (almeno) di "chiusura" con il premier Daniel Andrews che ha messo nero su bianco la "conditio sine qua non" per poter procedere con i primi allentamenti: raggiungere la soglia del 70% di vaccinati con almeno una dose. «Ci aspettano tempi difficili nelle prossime settimane», ha detto.
Per Sydney e dintorni, che sono il vero epicentro del grande focolaio targato Delta in Australia, la strategia d'uscita è ancora più rigida. Ora «non in importa quale sia il numero dei casi», ha sottolineato la premier Gladys Berejiklian, spiegando che la «libertà per tutti i vaccinati» nel Nuovo Galles del Sud passa attraverso «la doppia dose» per il 70% della popolazione.
Solo un terzo della popolazione è del tutto vaccinata
La campagna vaccinale anti-Covid in Australia ha impiegato mesi per raggiungere una buona velocità di crociera, incontrando nelle prima metà dell'anno difficoltà legate alle scarse forniture. Alla fine dello scorso giugno, quando la variante Delta ha fatto breccia nella bolla australiana, solamente il 5.9% della popolazione aveva completato la vaccinazione e meno di un terzo aveva ricevuto almeno la prima dose. A due mesi di distanza, i numeri sono nettamente cresciuti. Le ultime cifre aggiornate dalle autorità nazionali riferiscono di un 35.7% di cittadini (sopra i 16 anni) completamente vaccinati e del 59.6% che ha ricevuto almeno la prima dose.