La replica del social network non si è fatta attendere, definendo le affermazioni come «fuorvianti».
L'informatrice Frances Haugen si è rivelata al pubblico durante un'intervista.
NEW YORK - Facebook ha scelto i profitti a discapito della sicurezza. È quanto denuncia la talpa Frances Haugen, ex product manager del social network, che ha diffuso migliaia di pagine di ricerche e documenti interni.
La talpa, durante un'intervista per la trasmissione "60 minutes", ha ribadito che Facebook sapeva che le sue piattaforme vengono usate per diffondere odio, violenza e disinformazione. L'azienda avrebbe inoltre cercato di nascondere le prove. «Più volte ho visto che c'erano dei conflitti di interesse tra ciò che era positivo per il pubblico e ciò che lo era per Facebook. E il social network la maggior parte delle volte sceglieva di ottimizzare i propri interessi, come fare più soldi» ha dichiarato.
La Haugen ha anche fatto sapere di aver presentato almeno otto denunce alla Securities and Exchange Commission il mese scorso, sostenendo che Facebook stia nascondendo le ricerche sulle lacune e carenze agli investitori e alla gente.
I documenti diffusi dalla Haugen sono stati utilizzati dal Wall Street Journal per diverse inchieste, tra cui quella relativa alla tossicità di Instagram per gli adolescenti.
Prima di approdare a Facebook nel 2019, la Haugen aveva lavorato per Google e Pinterest. «Ho visto diversi social network, e Facebook è decisamente il peggiore. Ad un certo punto nel 2021 ho capito che avrei dovuto mettere insieme molti documenti per provare quello che sostenevo».
Senza troppe sorprese Facebook ha respinto le accuse, definendo le affermazioni come «fuorvianti». «Ogni giorno i nostri team devono bilanciare la protezione della capacità di miliardi di persone di esprimersi apertamente con la necessità di mantenere la nostra piattaforma un luogo sicuro e positivo», ha dichiarato la portavoce di Facebook Lena Pietsch alla CNN subito dopo l'intervista.
«Continuiamo ad apportare miglioramenti significativi per affrontare la diffusione della disinformazione e dei contenuti dannosi. Dichiarare che incoraggiamo i contenuti dannosi e non facciamo nulla è semplicemente falso». In una seconda dichiarazione, la portavoce sosteneva che l'intervista «utilizzava materiali aziendali selezionati per raccontare una storia fuorviante sulle ricerche che facciamo per migliorare i nostri prodotti».
La Haugen non accusa il fondatore Mark Zuckerberg di aver creato una piattaforma piena di odio, «ma di aver permesso scelte i cui effetti collaterali hanno portato i contenuti pieni di odio ad essere maggiormente diffusi e quindi visualizzati dagli utenti».
Martedì testimonierà davanti alla sottocommissione del Senato in merito alla protezione dei consumatori, alla sicurezza dei prodotti e dei dati, riporta la Cnn.