Nonostante i disagi, per il momento le operazioni portuali proseguono, ha confermato il Presidente della regione
Da oggi è in vigore l'obbligo per i lavoratori, e a Domodossola è stato fermato un treno dalla Svizzera: alcuni autisti non erano provvisti di Green Pass
TRIESTE - Oggi, in Italia, è il giorno del Green pass. Entra infatti in vigore l'obbligo per tutti i lavoratori - pubblici e privati - di avere la certificazione sanitaria, pena multe e sospensioni. Scioperi e manifestazioni erano stati annunciati, e stanno puntualmente avendo luogo in diverse città italiane.
I problemi principali si segnalano al porto di Trieste, dove giungono merci da tutta Europa e dove i lavoratori avevano annunciato uno sciopero. Oltre ai dipendenti - si stima qualche centinaio - si sono però presentati migliaia di manifestanti. Circa 6'000 sostenitori della filosofia "No green pass" si sono quindi ammassati all'esterno del porto, senza però bloccarne completamente l'operatività: «Il porto funziona», ha infatti dichiarato a SkyTg24 Massimiliano Fedriga, Presidente del Friuli Venezia Giulia.
I manifestanti presenti intanto sono intenzionati a non desistere, con uno dei lavoratori del Coordinamento lavoratori portuali di Trieste che ha dichiarato al Corriere.it che «la protesta proseguirà fino a quando il green pass non verrà eliminato». Tutto si sta svolgendo comunque in maniera pacifica, con i presenti armati solo di cartelli e della propria voce, usata per scandire slogan contro il Certificato e il Governo Draghi.
Vista l'entità dell'evento e le conseguenze preoccupanti di un eventuale blocco delle operazioni portuarie, a cercare di far desistere i dipendenti è intervenuta anche l'Autorità portuale triestina, che ha ribadito che «lo sciopero non è autorizzato», e che partecipare rappresenta «un reato», per cui i dipendenti presenti saranno denunciati.
Un treno dalla Svizzera fermato al confine
Alcuni disagi sono arrivati a toccare anche il traffico transfrontaliero tra Italia e Svizzera.
Un treno della società Ralpin SA che trasportava tir diretto a Novara, infatti, è stato fatto tornare indietro dalla stazione ferroviaria di confine di Domodossola, come riporta l'agenzia Keystone-ATS. Il motivo? Sei dei sedici autisti presenti a bordo non erano in possesso del green pass. Il convoglio è dunque tornato a Briga (in Vallese). I controlli, a quanto emerge, sarebbero stati eseguiti dal personale della SBB Cargo International insieme alla polizia ferroviaria italiana.
Una mossa inevitabile, in quanto le norme in entrata in Italia, da oggi, impongono l'obbligo del certificato sanitario per i lavoratori.
Disagi anche a Genova, Ancona, Roma e Reggio Calabria
Qualche disagio è poi stato segnalato anche a Genova, dove i presenti hanno bloccato alcuni terminal, tra cui quello dei traghetti, senza però compromettere del tutto - per il momento - l'operatività della struttura. In particolare, i manifestanti stanno impedendo ai tir e alle merci di passare, mentre i passeggeri vengono lasciati transitare.
Anche al porto di Gioia Tauro di Reggio Calabria, uno dei principali hub dell'import-export italiano, si lavora senza particolari problemi. Una minoranza dei lavoratori (circa 60 su 280) non si è però presentata al lavoro, poiché sprovvista di Green Pass.
Ad Ancona i lavoratori dei cantieri hanno bloccato l'accesso settentrionale del Porto con un sit-in, al quale hanno partecipato 200 operai ed un tir, fermatosi per partecipare e bloccare la carreggiata. Ben presto, si è formata una lunga fila di veicoli.
Anche a Roma c'è stato qualche piccolo disagio, con alcuni manifestanti che hanno tentato di paralizzare il traffico nel centro cittadino. Un tentativo però subito interrotto da parte delle forze dell'ordine.