L'impegno dell'attore di Hollywood nei confronti del clima e dei temi ambientali è noto da tempo
Proseguono intanto i colloqui e le discussioni nel corso del summit Cop26: le novità di oggi
GLASGOW - Anche Leonardo DiCaprio è presente fra i delegati alla conferenza internazionale sul clima CoP26 in corso a Glasgow (Scozia), nel Regno Unito.
L'attore 46enne - star di prima grandezza del cinema hollywoodiano, autore di documentari su temi legati all'ambientalismo e alla difesa degli animali, nonché testimonial speciale dell'Onu sul cambiamento climatico fin dal 2014 - è stato immediatamente riconosciuto nella sala della conferenza e circondato dalle telecamere: indossava un abito blu e una vistosa spilla multicolore simbolo della sua adesione alla battaglia ecologista contro il surriscaldamento del pianeta. DiCaprio ha aggiornato il suo profilo Instagram aggiungendo l'hashtag #COP26.
Continuano intanto a Glasgow i colloqui e le discussioni relative alle modalità in cui agire contro il surriscaldamento globale e la crisi climatica. Oltre alla notizia principale di oggi, relativa alla lotta alla deforestazione, anche altri interventi hanno fatto parecchio parlare di sé.
«Meglio bombardarci che farci morire lentamente»
Il presidente di Palau, nazione insulare del Pacifico, ha scelto quest'immagine cruda per accusare i Paesi inquinatori che avvelenano l'ambiente e l'ecosistema.
«I principali responsabili delle emissioni, con appetiti insaziabili, continuano ad abusare del nostro ambiente, minacciando la nostra stessa sopravvivenza. La Cop26 deve accendere i riflettori», ha detto Surangel Whipps Jr nel suo intervento alla conferenza sul clima a Glasgow.
Ha poi lanciato un appello a nome delle nazioni insulari "devastate" dal surriscaldamento del pianeta, come Palau, affinché i Paesi più sviluppati aumentino gli stanziamenti di 100 miliardi di dollari l'anno per il clima. Secondo la Banca Mondiale, ha ricordato, servono 4 mila miliardi di dollari per affrontare quest'emergenza.
«Il sole cocente ci sta dando un calore intollerabile, il mare caldo ci sta invadendo e i venti soffiano in ogni direzione, le nostre risorse stanno scomparendo davanti ai nostri occhi e il nostro futuro ci viene derubato», ha aggiunto. «Non c'è dignità in una morte lenta e dolorosa: potreste anche bombardare le nostre isole invece di farci soffrire», è il drammatico grido di allarme del presidente di Palau ai leader del G20. «Stiamo annegando: dovete agire ora, dobbiamo agire insieme».
Riduzione delle emissioni di metano
Sono oltre 100 i Paesi che hanno aderito all'iniziativa globale volta a ridurre le emissioni di metano del 30 per cento entro il 2030. Lo ha dichiarato il capo della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Ridurre il potente gas serra di un terzo rispetto ai livelli del 2020 «allenterà immediatamente il cambiamento climatico», ha aggiunto l'alta politica europea. Si tratta di oltre 100 Paesi che rappresentano il 70% dell'economia globale, tra cui anche la Svizzera.
«Stiamo vedendo segni ovunque»
Quasi 30'000 persone in Madagascar sono vittime dell'unica carestia al mondo causata dai cambiamenti climatici. Lo ha denunciato il Programma alimentare mondiale (PAM) dell'Onu, che ha stimato che più di 27'800 persone sono state colpite dalla carestia nel paese e più di 1,3 milioni soffrono una situazione di crisi alimentare.
Mentre le altre carestie che attualmente colpiscono lo Yemen, la regione etiope del Tigray e il Sud Sudan sono state causate da conflitti, quella in Madagascar è «l'unica determinata dal cambiamento climatico sulla Terra», ha detto Arduino Mangoni, vicedirettore del Pam. «E date le tendenze» il cambiamento climatico potrebbe provocare altre carestie nel mondo «nei prossimi mesi e nei prossimi anni».
«Stiamo vedendo segni ovunque», ha poi concluso.
L'Unione Africana chiede 2,5 miliardi di dollari
I Paesi africani si stanno preparando spendere almeno 6 miliardi di dollari all'anno dalle loro entrate fiscali per adattarsi agli impatti della crisi climatica e chiedono ai più ricchi un sostegno economico di 2,5 miliardi di dollari all'anno per i prossimi cinque anni.
Félix Tshisekedi, presidente della Repubblica Democratica del Congo e presidente dell'Unione Africana, farà un appello ai Paesi e ai filantropi che hanno promesso aiuto all'Africa, come Stati Uniti, Canada, Ue e Bill Gates.
L'Africa sta già affrontando gravi ripercussioni per il surriscaldamento sotto forma di lunghe e profonde siccità, inondazioni e mareggiate nelle zone costiere, aumento delle temperature e ondate di calore e impatti dannosi sull'agricoltura.