La variante raddoppia ogni 2-3 giorni. Nella peggiore ipotesi, il SAGE prevede fino a 2 milioni di caso al giorno.
Il Segretario di Stato per la Salute e gli Affari sociali Sajid Javid sulla possibilità di nuove restrizioni entro Natale: «In questa fase della pandemia non ci sono garanzie».
LONDRA - La comparsa di Omicron sulla scacchiera della pandemia è stato un po' come quei gol subiti in casa allo scadere dei tempi regolamentari. Quelli che ti spedivano ai tempi supplementari, ribaltando le sorti della contesa in favore dell'incertezza.
Gli occhi in questo momento sono tutti rivolti al Regno Unito, che - per tempistiche e capacità operative nel sequenziare quanti più campioni del virus possibili - è ciò che più di vicino abbiamo a un GPS che traccia il passo spedito con cui la variante Omicron si sta muovendo. Oltre la Manica ieri sono stati registrati, per il secondo giorno consecutivo, più di 90mila nuovi casi di Covid-19. Nel contempo, il bollettino della Health Security Agency (UKHSA) ha messo il "bollino" della nuova variante a 10'059 casi in più rispetto al giorno prima (portando il totale a quasi 25mila). È una rotta verso il sorpasso che non si può invertire.
Omicron con il piede sul gas
Le stime sull'indice R0 - il parametro attraverso cui si misura la trasmissibilità di un patogeno - lasciano poco margine all'interpretazione. Il "tachimetro" del ceppo del virus SARS-CoV-2 identificato a Wuhan, la scintilla della pandemia, era in media di 2.5. La variante Delta, si legge in un recente articolo pubblicato dalla rivista Lancet, arrivava quasi a 7. Con Omicron, stando alle stime formulate dal professor Martin Hibberd della London School of Hygiene & Tropical Medicine, si potrebbe arrivare fino a quota 10. «Si arriva al dato di trasmissibilità della varicella», ha detto pochi giorni fa il virologo italiano Fabrizio Pregliasco, interpellato da Adnkronos. Stime che trovano purtroppo conferma in quel raddoppio dei casi che, premendo sul pedale del gas, avviene sull'arco di 48-72 ore e taglia bruscamente la strada all'efficienza di qualsiasi tracciamento delle catene di contagio.
Casi meno gravi? Troppo presto per dirlo. E poi...
Su Omicron resta però ancora molto da chiarire. Se la sua velocità e una maggiore agilità nel bucare le difese immunitarie, acquisite tramite la guarigione o mediante il vaccino, sono ormai assodate, il fatto presunto che possa causare in generale dei sintomi meno gravi resta in attesa di conferme. La variante è comparsa poco più di un mese fa e - considerati quelli che sono i tempi "tecnici" che intercorrono tra il contatto con il virus, la sua incubazione, la comparsa dei primi sintomi e l'eventuale ricovero - i numeri sono ancora insufficienti per stilare un bilancio definitivo. Il 16 dicembre, l'Imperial College di Londra ha pubblicato un primo rapporto in cui viene sottolineato come sostanzialmente non ci siano prove che i contagi da Omicron si traducano in meno ricoveri rispetto a quelli imputati a Delta. Tuttavia anche le cifre considerate dagli esperti britannici - che hanno preso in considerazione il periodo tra il 29 novembre e l'11 dicembre - sono insufficienti per trarre una conclusione.
Per il momento quindi resta un'ipotesi sul tavolo. Un'ipotesi in cui tutti ovviamente riponiamo delle concrete speranza. I conti però vanno necessariamente fatti con le certezze. E queste ci dicono che, con la complicità del periodo invernale, i numeri potrebbero crescere andando ad annullare di fatto anche quel vantaggio che una eventuale gravità ridotta dei sintomi potrebbe avere sull'evoluzione della situazione epidemiologica e ospedaliera. Il SAGE britannico, il comitato di esperti del governo di sua Maestà, ha tratteggiato in tal senso un cosiddetto "worst-case scenario" per il Regno Unito entro la fine del mese: si parla di una forbice di casi che va da 600mila a 2 milioni di contagi al giorno e di un picco di ospedalizzazioni giornaliere da 3mila e 10mila.
«Prendiamo in considerazione ogni possibilità»
E infine la statistica che pesa più di ogni altra, i morti: tra 600 a 6mila al giorno. Le tempistiche, ha detto il SAGE in pressing sul governo, «sono cruciali». Oggi la replica del Segretario di Stato per la Salute e gli Affari sociali Sajid Javid. «Non sarebbe adeguato per il governo seguire alla lettera» quelle previsioni, ma «è un'analisi che fa riflettere» - ha detto alla BBC - e che «prendiamo molto sul serio». In altre parole, «non ci sono garanzie» in questa fase della pandemia e prima di Natale anche il Regno Unito potrebbe annunciare nuove restrizioni. «A questo punto teniamo tutto sotto controllo».