Uno è Mikhail Mizintsev, il generale che avrebbe distrutto Mariupol.
L'altro è Denis Prokopenko, comandante del battaglione Azov, l'uomo che Putin odia più di tutti.
KIEV/MOSCA - La guerra produce inevitabilmente personaggi. Non solo Putin e Zelensky. Ma altre facce della stessa medaglia. Storie di tutti i giorni, sul fronte, tra i civili, tra i soldati. Come Denis Propenko e Mikhail Mizintsev. Il primo è il comandante dell’oramai celeberrimo e chiacchierato battaglione Azov. Il secondo è il generale dell’esercito russo che sta portando l’estenuante assalto alla cittadina ucraina di Mariupol.
Denis Prokopenko: ecco chi è il comandante del famigerato battaglione Azov.
Per i russi è il nemico numero uno di Mosca, l’uomo che personifica sul campo quell’Ucraina «nazista» da cui Putin vorrebbe liberarla. Ex capo degli ultras della Dinamo Kiev e paramilitare. Ha scalato in breve tempo le gerarchie di quel battaglione Azov che ora è sempre più il simbolo della resistenza ucraina. Prende parte alla rivolta del 2014, con la più grande e cruenta manifestazione filoeuropeista della storia ucraina. Migliaia di manifestanti si radunarono nella piazza principale di Kiev per protestare contro le posizioni filorusse dell’allora Presidente Janukovic, successivamente costretto a scappare. Da allora è diventato un soldato professionista, si è addestrato, ha imparato a combattere battaglie vere. I russi dicono che abbia avuto istruttori stranieri, dai Delta Force alla Legione Straniera. Il leader ceceno Ramzan Kadyrov ha annunciato una ricompensa di mezzo milione di dollari (per conto di Putin) a chiunque porti la sua testa o altre prove della sua uccisione. Prokopenko è famoso in Ucraina per un particolare episodio: tre anni fa, in occasione dell’anniversario dei fatti di Maidan, si è fatto notare per il rifiuto di salutare il neoeletto Presidente Volodymyr Zelensky mentre riceveva le medaglie. In molti associarono questo gesto a un mancato riconoscimento dell’autorità del neo eletto presidente ucraino. Ma soprattutto quel gesto fu tacciato di antisemitismo, anche visto la fama nazista del comandante e del suo esercito e le origini ebraiche del presidente. Prokopenko stesso spiegò che in quell’occasione si rifiutò di fare il saluto militare a qualsiasi carica civile.
Mikhail Mizintsev, il generale che sta distruggendo Mariupol
Per gli ucraini è “il macellaio di Mariupol”, qualcun altro l’ha definito anche “il devastatore”. Lui è generale russo, il secondo uomo più alto in grado delle Forze Armate del Presidente Vladimir Putin che sta conducendo da settimane l’assedio della cittadina ucraina snodo importante di questa guerra. Diplomato nel 1980 presso la scuola militare Suvorov di Tver, poi alla scuola di comando combinato di armi di Kiev nel 1984. Specializzazione come pattugliatore tattico. La sua ascesa militare è cominciata nel 2011. Da dieci anni Mizintsev è a capo del National Defense Management Center – o National Defense Control Center (NDCC) – centro nazionale di comando della Difesa. È stato su tutti i fronti delle operazioni lanciate da Putin, dal Caucaso alla Siria. Mizintsev è uno dei comandanti più apprezzati da Vladimir Putin, e c’è addirittura chi sostiene che sia il generale preferito dal presidente russo. Kiev non ha dubbi: dietro le bombe e i razzi su teatro, ospedale pediatrico e di maternità ci sarebbe lui, Mizintsev, che in Siria aveva coordinato tutte le truppe di Mosca. Infatti il colonello generale russo, prima dell’Ucraina, si era occupato della guerra in Siria, dove la Russia ha ridotto in macerie le città che si opponevano a Bashar el Assad. La paura è che possa voler fare altrettanto in Ucraina. A lui sarebbe affidato anche il compito di portare avanti la propaganda russa. Non a caso durante l’assedio era stato lui a raccontare che Kiev aveva perso il controllo delle amministrazioni locali e che ormai le città sono nelle mani di "feroci battaglioni nazionalisti". Anton Gerashchenko, consigliere del capo del Ministero dell’Intero ucraino, ha chiesto alla Corte penale internazionale dell’Aia di tenere a mente il nome di Mizintsev per accusarlo di crimini di guerra.