L'attuale ondata di Covid-19 è guidata principalmente dalla sottovariante BA.5 di Omicron
L'epidemiologo Tim Spector: «Poiché i sintomi sono simili a quelli del raffreddore, è importante essere cauti e non lanciare giudizi affrettati»
LONDRA - La variante Omicron BA.5 sta provocando un'ondata estiva di contagi da Covid-19 sia in Svizzera che in molti altri Paesi.
Nel Regno Unito, ad esempio, il 21 luglio sono stati registrati 138'213 nuovi casi. Tuttavia, le cifre ufficiali includono solo i casi che vengono ancora rilevati e segnalati: molti esperti ipotizzano che il numero reale sia ancor più elevato.
Secondo i dati ottenuti nell'ambito dello studio di monitoraggio dei sintomi ZOE (vedasi riquadro alla fine dell'articolo, ndr.), la scorsa settimana nel Regno Unito ci sono stati «il doppio dei casi di Covid rispetto ai raffreddori», ha affermato l'epidemiologo e responsabile dello studio, Tim Spector. Il problema: i sintomi di un'infezione da Covid 19 causata da BA.5 e di un comune raffreddore sono molto simili.
«Cercate di fare il tampone»
Sempre secondo Spector, molte persone tendono a dare giudizi affrettati all'arrivo dei sintomi, come ad esempio «Oh, è solo un raffreddore», oppure «Non mi sembra Covid, sto piuttosto bene». Tuttavia, la probabilità di avere effettivamente il Covid-19 è attualmente doppia rispetto a quella di contrarre qualsiasi altro tipo di virus: «I sintomi sono essenzialmente gli stessi, solo la stanchezza e il mal di gola sono generalmente più pronunciati», ha chiarito Spector, «se avete questi sintomi, è molto probabile che abbiate il Covid».
Per evitare di infettare altre persone, principalmente quelle più vulnerabili, l'epidemiologo consiglia prudenza: «Cercate di fare il test se potete. Se non potete fare il test, presumete di avere il Covid-19 e state lontani da altre persone finché non vi sentite meglio».
Nuovi sintomi con BA.5
Secondo diversi esperti, i sintomi di BA.5 (e della variante BA.4, anch'essa in circolazione) non sono molto diversi da quelli delle precedenti sottovarianti di Omicron. Le persone colpite possono sviluppare tosse, naso che cola, mal di gola, mal di testa e dolori muscolari.
Tuttavia, è meno probabile che perdano il senso del gusto e dell'olfatto, sviluppino la febbre o soffrano di respiro corto, come riporta il New York Times, citando Peter Chin-Hong, specialista in malattie infettive presso l'Università della California a San Francisco.
In ogni caso, osservando le informazioni fornite nell'app ZOE, BA.5 può anche causare sintomi non presenti o meno accentuati nelle varianti precedenti. Come riportato dal portale austriaco Heute, diverse persone colpite hanno riferito di una stanchezza e un affaticamento profondi che non erano noti in precedenza. Particolarmente evidenti sono stati anche la sudorazione notturna, i sogni intensi e vividi e gli incubi.
Reinfezione possibile dopo soli 23 giorni
Un'altra differenza riguarda il periodo di incubazione; con BA.5 è più breve. Le persone colpite hanno riportato i primi sintomi solo uno o due giorni dopo l'infezione.
Inoltre - come dimostra anche la capacità di diffondersi così velocemente - la sottovariante è maggiormente in grado di evadere l'immunità: la vaccinazione o il recupero forniscono quindi una protezione minore contro l'infezione rispetto alle varianti precedenti.
La regola generale è che una volta infettati si è protetti da una nuova infezione per circa tre mesi. Tuttavia, l'intervallo più breve conosciuto tra due infezioni da Sars-CoV-2 è di 23 giorni, come scrive Forbes citando l'autorità sanitaria statunitense CDC. È stata riscontrata in un bambino non vaccinato di età compresa tra i 12 e i 17 anni che è stato infettato con la variante Delta il 23 novembre 2021 e con Omicron il 16 dicembre 2021.
Cos'è lo studio Zoe?
Si tratta di uno studio - senza scopo di lucro - basato sull’utilizzo di un’app del King’s College di Londra che ha lo scopo di monitorare i sintomi da coronavirus. Lanciata nel marzo 2020, consente alle persone risultate positive al Sars-CoV-2 di fornire informazioni sul loro decorso, sui sintomi e sulla malattia. L'autore dello studio - che con 4 milioni di persone che hanno contribuito alla raccolta dei dati è il più grande in corso, nel mondo, sul Covid - è l'epidemiologo Tim Spector.