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FRANCIACinque siti porno potrebbero sparire

07.09.22 - 10:42
Sono accusati di non tutelare i minori di 18 anni. Ma più che una questione legale, potrebbe essere costituzionale
Depositphotos (urban_light)
Cinque siti porno potrebbero sparire
Sono accusati di non tutelare i minori di 18 anni. Ma più che una questione legale, potrebbe essere costituzionale

PARIGI - Almeno cinque siti porno potrebbero sparire dagli schermi francesi. Sono accusati di non tutelare la sicurezza dei minori e di lasciare loro libero accesso ai contenuti pornografici. L'autorità di regolazione della comunicazione audiovisiva e numerica (Arcom) vuole che implementino un sistema di controllo efficace dell'età, ma i siti del cinema hot ribattono che sarebbe una violazione della costituzione.

In Francia l'articolo 227-24 del codice penale sancisce che la diffusione di messaggi violenti, pornografici o che incitano al terrorismo sono punibili con tre anni di reclusione e una multa da 75mila euro nel caso in cui possano essere visionati da dei minori di 18 anni. Nel 2021 un'associazione a protezione dei minori e la Arcom hanno denunciato cinque siti porno perché non effettuano un vero e proprio controllo dell'età quando gli utenti accedono ai loro portali.

Messi sotto pressione e con la minaccia di essere bannati dai provider di internet nell'esagono, Pornhub, Xnxx, Tukif, Xvideos e Xhamster hanno implementato un metodo di autodichiarazione, inserendo un pulsante "Ho più di 18 anni" che basta cliccare per accedere al sito.

Alla fine del mese di luglio, Arcom ha dichiarato che questa misura non basta e ha trascinato i cinque siti porno in tribunale. Comparsi ieri in aula, l'Autorità di regolazione ha specificato che è necessario che i portali verifichino tramite carta di credito, carta d'identità, identificazione facciale o tramite il servizio AgeVerif l'identità degli utenti.

A livello costituzionale, come sollevato dai legali che difendono i siti porno, non è però possibile, è anzi illegale, implementare una soluzione di questo tipo poiché questi portali non hanno l'autorizzazione necessaria a trattare i dati sensibili. Inoltre, non hanno alcuna sede in Francia. La Corte ha quindi deciso di aggiornarsi al 4 ottobre, dove annuncerà se effettivamente sarà necessario rivedere il litigio in termini costituzionali e se non sarà quindi compito della Corte della Cassazione farsi carico della decisione.

Tra gli utenti di internet il dibattito sulla questione infiamma già da diversi mesi. In molti sollevano un'ulteriore questione: nel caso i siti fossero bannati dalla Francia, potrebbe bastare un semplice Vpn per accedervi comunque.

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