La Vulkan è al centro di un'inchiesta pubblicata da grandi testate internazionali
MOSCA - Un'azienda privata di consulenza informatica, fondata a Mosca da due ex ufficiali dell'esercito russo originari di San Pietroburgo e ispirati a idee nazionaliste (Anton Markov e Alexander Irzhavsky), utilizzata come contractor dagli apparati di Vladimir Putin per operazioni di "cyberguerra", di "disinformazione", di hackeraggio e sabotaggio d'istituzioni o aziende di Paesi ritenuti ostili, nonché di controllo interno alla Russia della rete Internet.
È la Vulkan, nuova presunta fabbrica di troll portata alla luce da un'inchiesta pubblicata in queste ora da un consorzio di testate occidentali guidata dal giornale tedesco Spiegel e comprendente fra gli altri l'americano Washington Post, il francese Le Monde, il britannico Guardian.
Le rivelazioni nascono dal leak di alcune migliaia di documenti relativi ad attività compiute fra il 2016 e il 2021, che secondo il Guardian sono stati confermati come verosimilmente autentici dagli analisti dei servizi segreti di 5 Paesi dell'Occidente. E che sarebbero stati fatti filtrare da gole profonde interne alla stessa NTC Vulkan, delusi dalla conduzione della guerra in Ucraina.