I parenti degli ostaggi hanno bloccato un'autostrada a Tel Aviv. Sei morti in un raid israeliano a nord del campo di Nuseirat
TEL AVIV - «La posizione sull'attuale documento negoziale è negativa». È stato l'alto rappresentante di Hamas in Libano, Osama Hamdan, a fornire nel corso di un'intervista televisiva la posizione dell'organizzazione palestinese in merito alla bozza di accordo per il cessate il fuoco con Israele. Anche se il parere è contrario, «non vuol dire che i negoziati si siano fermati», fa sapere ancora Hamas. «Anche se il gruppo non accetta le attuali proposte israeliane senza modifiche, siamo disposti a continuare a negoziare»
L'obiettivo di Hamas rimane «la fine di questa folle guerra», ha aggiunto un altro leader di Hamas, Suhail al-Hindi, parlando con l'agenzia stampa Afp. Si tratta di una posizione condivisa da «tutte le fazioni della resistenza palestinese», che ha «consumato tutto». Ma, ha precisato al-Hindi, «non sarà a ogni costo. Non può in nessun caso alzare bandiera bianca o arrendersi alle condizioni del nemico israeliano».
Nel corso della giornata odierna Hamas dovrebbe presentare una proposta modificata della bozza realizzata dai mediatori di Egitto, Qatar e Stati Uniti. Resta da capire se Israele prenderà in considerazione il nuovo documento oppure, come ha ribadito il primo ministro Benjamin Netanyahu al segretario di Stato Usa Antony Blinken, le Forze israeliane di difesa (Idf) attaccheranno Rafah con l'obiettivo di smantellare definitivamente Hamas. Con o senza un accordo sugli ostaggi.
Netanyahu deve fare i conti però con pezzi dell'opinione pubblica che chiedono un immediato accorso sugli ostaggi. Come i manifestanti che giovedì mattina hanno bloccato un'autostrada a Tel Aviv, sventolando striscioni come "O Rafah o gli ostaggi: scegli la vita". A guidare la protesta ci sarebbero, secondo i media locali, vari parenti delle persone catturate da Hamas lo scorso 7 ottobre. Tra i manifestanti c'è il grosso timore che l'operazione su Rafah potrà costare la vita agli ostaggi ancora in vita. «Entrare a Rafah significa abbandonare la vita degli ostaggi» ha dichiarato un gruppo di donne che prende parte alla protesta. «Non cedete alle pressioni degli estremisti che usano gli ostaggi come scusa per continuare a fare la guerra» è l'invito rivolto al governo e, in particolare, al premier. Il riferimento è alle pressioni sull'esecutivo fatte dai membri di estrema destra Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich.
Intanto nella Striscia di Gaza si continua a morire. Secondo l'agenzia stampa palestinese Wafa sei persone sono rimaste uccise in un bombardamento israeliano su Al-Zahraa, a nord del campo di Nuseirat. Un morto e svariati feriti sono invece stati segnalati nelle vicinanze di Khan Younis.