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«La pacificazione non può essere un ritorno al passato»

FRANCIA«La pacificazione non può essere un ritorno al passato»

23.05.24 - 14:45
Emmanuel Macron è in Nuova Caledonia e vuole «riportare tutte le parti interessate» al tavolo delle trattative
keystone-sda.ch / STF (LUDOVIC MARIN / POOL)
«La pacificazione non può essere un ritorno al passato»
Emmanuel Macron è in Nuova Caledonia e vuole «riportare tutte le parti interessate» al tavolo delle trattative

NOUMÉA - Il presidente francese Emmanuel Macron è in Nuova Caledonia. Un viaggio che si è reso necessario per cercare di disinnescare le tensioni esplose la scorsa settimana, con l'approvazione dalla parte dell'Assemblea nazionale della riforma costituzionale che amplia la platea elettorale nell'arcipelago.

Macron, che ha visitato una stazione di polizia della capitale Nouméa - rendendo omaggio ai due agenti uccisi negli scontri - ha parlato di «un movimento insurrezionale assolutamente inedito», nel quale «nessuno se lo aspettava con questo livello di organizzazione e violenza». Il presidente non si fa illusioni ed è sicuro che «i giorni e le settimane che verranno saranno ancora difficili». Le ultime ore sono state decisamente più calme, ma dal 12 maggio a oggi si contano sei vittime e sono state arrestate almeno 281 persone, secondo i calcoli del media francese BFMTV.

Macron si è recato nel territorio d'oltremare chiedendo alle parti una «pacificazione costruttiva», che inevitabilmente richiederà una «soluzione politica» - il che vuol dire solo una cosa: «Dobbiamo riportare tutte le parti interessate al tavolo». Su un punto Macron - che non ha posto limiti alla durata del suo soggiorno sull'arcipelago - è stato categorico: non ci sarà nessuna marcia indietro da parte del governo sui risultati dei tre referendum che hanno confermato il mantenimento della Nuova Caledonia nella Repubblica. «La pacificazione non può essere un ritorno al passato».

Nelle prossime ore sono previsti degli annunci e delle novità, ha aggiunto il capo dello Stato. Ma non sul fronte sicurezza: i circa 3000 uomini delle forze dell'ordine resteranno dispiegati «tutto il tempo necessario». Lo stato di emergenza potrà essere invece revocato alla scadenza dei 12 giorni previsti dalla legge. A condizione, però, che «tutti i leader» dell'arcipelago, sia indipendentisti che lealisti, «invitino a rimuovere i posti di blocco».

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