Con il piano della ministra della Giustizia, Shabana Mahmood, sconto dal 50 al 40% del totale della pena minima da scontare per uscire
LONDRA - È scattato oggi il piano annunciato fin da luglio dal governo laburista di Keir Starmer per affrontare l'emergenza del sovraffollamento nelle prigioni britanniche - suggellata dal record storico della popolazione carceraria nel Regno registrato ad agosto - attraverso il rilascio anticipato di migliaia di reclusi.
Il piano, delineato dalla ministra della Giustzia, Shabana Mahmood, prevede un taglio dal 50 al 40% del totale della pena minima da scontare per poter ottenere il beneficio della libertà condizionata. Un provvedimento esteso a tutti i detenuti non condannati per reati di omicidio, violazione della legge sul terrorismo o violenze sessuali e domestiche. E che per ora porterà alla scarcerazione immediata di 1700 galeotti.
La questione ha scatenato una rovente polemica con l'opposizione conservatrice, che ha accusato il governo Starmer di mettere a rischio la sicurezza dei britannici. Il premier e i suoi ministri hanno replicato denunciando l'eredità ricevuta dal potere Tory, al potere fino a poco più di due mesi fa, e additando i mancati interventi sulle infrastrutture carcerarie come "il peggiore scandalo" dei governi precedenti.
Le autorità penitenziarie evocano da parte loro un sistema sull'orlo del collasso, con un'occupazione delle celle «prossima al 100%». Mentre alcuni ministri citati dai media parlano delle scarcerazioni come di «una decisione difficile», rivendicando tuttavia la necessità di prendere in considerazione qualunque soluzione realistica: inclusa, stando ad anticipazioni rimbalzate sulla stampa, quella di negoziati avviati con Paesi alleati che dispongono di spazi carcerari liberi come la piccola Estonia, dove potrebbe essere trasferita a pagamento una quota di detenuti britannici in esubero.