Parla dal Giardino delle Rose della Casa Bianca, circondato da una decina di genitori delle piccole vittime di Newtown. Al suo fianco il vice Joe Biden e Gabrielle Giffords, l'ex parlamentare democratica sopravvissuta alla strage di Tucson. E da allora in prima linea per nuove regole contro le armi facili.
Il primo a parlare è un padre di uno dei bimbi maciullati dalla follia omicida di Adam Lanza, lo scorso 14 dicembre nella scuola elementare Sandy Hook. Assieme ad altri genitori hanno passato le ultime giornale a Capitol Hill, a mo' di lobbisti per convincere i senatori incerti a votare sì alla riforma. "Torniamo a casa delusi ma non sconfitti. Determinati a capovolgere quello che è successo oggi. Andremo avanti. Certo - conclude quasi in lacrime - il mio cuore oggi è spezzato, ma non il mio spirito".
Quindi il presidente affronta subito di petto il voto del Congresso: "Pochi minuti fa una minoranza del Senato, distorcendo le regole, è riuscita a bloccare un accordo di compromesso di senso comune sull'estensione dei controlli, condivisa dal 90% degli americani". Quindi, inorridito dalle critiche ricevute per aver agevolato la partecipazione dei parenti delle vittime reagisce rabbioso: "Mi hanno detto di aver fatto sensazionalismo, di aver sfruttato il loro dolore per motivi politici. Ma c'è qualcuno che pensa sul serio che il loro tormento dovesse rimanere fuori dal dibattito, che non avessero il diritto di parlare?". Infine, rilanciando la sfida, conclude fermo: "Il giorno dopo Newtown assieme a tutto il Paese prendemmo l'impegno che nulla poteva rimanere così com'è. E quelle parole, quella sfida valgono ancora".